Il nuovo management fa i conti con la complessità

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La mentalità corrente del management di impresa rimane troppo spesso ancorata ad una rappresentazione culturalmente semplice quale era quella della vecchia società industriale e purtroppo tale atteggiamento mentale si traduce in una falsa rappresentazione delle opportunità innovative dello sviluppo economico e sociale contemporaneo

Nella transizione tra la Società industriale a quella della Conoscenza, si passa da una visione di progresso lineare centralizzata nella fabbrica ad una realtà ben più complessa e pertanto non-lineare dello sviluppo globale.

Purtroppo la mentalità corrente del management di impresa rimane troppo spesso ancorata ad una rappresentazione culturalmente semplice quale era quella della vecchia società industriale e purtroppo tale atteggiamento mentale oggi nel quadro della odierna complessità, si traduce in una falsa rappresentazione delle opportunità innovative dello sviluppo economico e sociale contemporaneo.

Infatti malgrado la crisi dirompente molti sono quelli che preferiscono mantenere idee chiare e distinte, perseguendo vecchi slogan quali quello di «separare il vino dall’olio», ovvero di «togliere il vin dai fiaschi», ecc. perché quei modi tradizionali di pensare sono più soddisfacenti in quanto permettono di dare quel senso conservativo permanente allo sviluppo che falsifica la dinamica complessa della realtà in quanto la falsificazione scaturisce da un uso di una logica dettata da antiquate regole di coerenza e di consequenzialità lineare.

Viceversa volendo comprendere nuove forme di orientamento strategico del management della innovazione in una organizzazione di impresa a rete organizzata in poli di innovazione tra ricerca ed impresa, oggigiorno diviene essenziale favorire una formazione sulla cultura della complessità.

In tale contesto è importante sottolineare come nella complessità dello sviluppo i tradizionali confini di competenza, interesse, applicazione delle discipline non reggono più alla pressione di nuove e rinnovate conoscenze (es. Nanotecnologie e Bio-tecnologie, Roobotica, Green Life Science…) che vanno al di là dei limiti delle discipline e delle tradizionali professioni che hanno caratterizzato la divisione del lavoro intellettuale nella società industriale.

Pertanto uno dei problemi essenziali da risolvere dal management innovativo per lo sviluppo della società della conoscenza è proprio quello di favorire la comunicazione tra ricercatori ed imprenditori abituati ad esprimersi con competenze e linguaggi specialistici in modo da poter rispondere alla complessità dello sviluppo che sta tendendo verso problemi e nuove sfide di natura transdisciplinare che richiedono processi di comunicazione basati su sistemi di «ibridazione» dei saperi.

Di tale problematica tratteremo al Work-shop su «Intelligenza strategica» che e previsto tenersi a Firenze nell’ambito della «Settimana Internazionale del Cervello», dal 15 al 20marzo 2011.

(Info Paolo Manzelli – lre@unifi.it, Firenze)