Dopo l’ultimo incidente al centro oli di Viggiano sottolinea che i guasti sono sempre più frequenti e sollecita l’apertura di «un tavolo della trasparenza» sulle questioni petrolifere nella regione
Gli ultimi episodi, accaduti in Basilicata a cavallo dello scorso Natale (emissioni assai sgradevoli provenienti dal centro oli di Viggiano) ripropongono con urgenza il tema del rapporto tra l’attività estrattiva in Val d’Agri e la sicurezza del territorio e delle popolazioni, in particolare del sito industriale di Viggiano, impianto intrinsecamente pericoloso.
Dal territorio arrivano allarmi e preoccupazioni ormai quotidianamente, con una sensazione diffusa fra la popolazione di insicurezza, con indicazioni poco rassicuranti che emergono anche dalla lettura dell’ultimo report di un bimestre di rilevazione effettuato nel Comune di Grumento Nova.
La previsione di un potenziamento della capacità produttiva del centro oli, anche se giustificata da motivi di adeguamenti tecnologici, implicherà inevitabilmente un aumento dell’attività e dei rischi ad essa connessi ed in questo contesto non può certo lasciare tranquilli.
«In Val d’Agri – sottolinea una nota di Legambiente – dobbiamo ancora recuperare il tempo perduto sul fronte dei controlli e della sicurezza, per i cittadini e per l’ambiente, con la costruzione di un moderno sistema di monitoraggio e controllo cui deve però necessariamente accompagnarsi un sistema di regole e procedure certe che devono essere messe in atto ogni qualvolta sia richiesto dalle situazioni. Un sistema gestito e controllato dalla mano pubblica che sia in grado di “dettare” la linea, anche a scapito dei forti interessi economici in gioco. Un sistema che sia in grado di dare certezze e sicurezze ai cittadini che oggi invece vedono la presenza dell’industria petrolifera in Basilicata solo come una minaccia per la salute e per l’ambiente».
«La salute delle persone – continua la nota di Legambiente riportando uno stralcio di un documento del Pd – la tutela dell’ambiente, l’integrità del territorio sono beni indisponibili, che rispondono agli interessi più autentici e duraturi della Basilicata, ai quali non si possono sottrarre neanche attività strategiche, come quelle relative alle risorse naturali. È necessario, quindi, potenziare gli strumenti pubblici di vigilanza del territorio ed avviare il Piano di sorveglianza sanitaria. In questo senso, sarebbe utile istituire un Tavolo della Garanzia, al quale far partecipare la Regione, gli enti locali e le associazioni ambientaliste.
«Il Governo regionale deve sentirsi impegnato a garantire la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente così come a valorizzare l’opportunità data dalle attività estrattive per accrescere il benessere della comunità regionale, sia applicando le misure adottate con la Finanziaria regionale sia dando ulteriore impulso ad un utilizzo programmato e complessivo delle royalties, a partire della Val d’Agri, attraverso le scelte che riguardano industria, turismo, prevenzioni dei rischi e riqualificazione ecologica territoriale.
«Sono queste le condizioni essenziali per ripristinare un clima di fiducia nella società di Basilicata, che rappresenta il presupposto indispensabile per un ulteriore suo progresso»
È questo, sottolinea Legambiente, lo stralcio di un documento dell’Ufficio politico del PD dell’8 febbraio 2008. «Sono passati quasi tre anni da queste affermazioni che condividevamo in pieno e continuiamo a condividere, nell’auspicio che il principale Partito di Governo della Basilicata sia in grado però di renderle concrete azioni di governo».
Legambiente Basilicata è convinta, come già richiesto da tempo, che sia necessario aprire una fase di valutazione sulla reale portata, in termini di tutela ambientale, di sviluppo economico delle nostre aree interne, della ultra decennale attività estrattiva in Basilicata.
È necessario fermare tutto e riflettere a voce alta, convocare una conferenza pubblica, aperta oltre che ai soggetti istituzionali anche alle associazioni ambientaliste, per fare il punto sulla situazione.
Per questo l’Associazione chiede alla Regione Basilicata anche di convocare al più presto un «Tavolo della trasparenza» sulla questione petrolifera in Basilicata che veda coinvolti le Amministrazioni locali, l’Ente Parco, gli Enti preposti al controllo, le Associazioni territoriali e le Associazioni Ambientaliste, per avviare un processo di «diffusione democratica» delle informazioni, e per una valutazione sulle scelte che sulla questione gli Enti e la Regione sono chiamati ad esprimersi.