Caccia – Nel Lazio avvio come da programma

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In tabella continuano a figurare specie per cui l’Ispra diede parere negativo, come il colombaccio, per la quale non esiste nemmeno un limite massimo di capi cacciabili nell’intera stagione

Dopo la sospensione della preapertura della caccia nel Lazio, prevista per lo scorso 1° e 2 Settembre, Domenica si è di fatto inaugurata la stagione venatoria 2012-2013. Lo stop era stato deciso dal Tar, che aveva accolto il ricorso presentato da Wwf Lazio, costringendo le doppiette delle cinque province laziali ad aspettare l’inizio ufficiale della stagione, fissata per il 16 Settembre.

Per tutta la stagione, che si concluderà il prossimo 31 Gennaio, nel Lazio la caccia sarà consentita tre giorni a settimana, che il titolare della licenza può scegliere fra quelli di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica. L’esercizio venatorio, autorizzato da un’ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, prevede degli orari da rispettare, secondo quanto stabilito dal calendario venatorio.

Il Presidente della Provincia, dal 2 al 31 gennaio 2013, stabilendone le modalità, può disporre l’uso dei cani da seguita in squadre autorizzate per la caccia alla volpe esclusivamente nei territori ove è consentita la caccia in forma programmata o a gestione privata e non interessati dalle azioni di immissione di fauna selvatica a scopo di ripopolamento.

L’esercizio venatorio in forma vagante con l’ausilio del cane è concesso dal 2 al 31 gennaio 2013 compresi, limitatamente alla caccia al cinghiale, nei tempi e nei modi disciplinati dai regolamenti provinciali.

Per ogni giornata di caccia, ciascun cacciatore potrà abbattere un numero limitato di animali, come regolamentato dall’articolo 4 del calendario venatorio della stagione in corso.

In tabella continuano a figurare specie per cui l’Ispra diede parere negativo, come il colombaccio, per la quale non esiste nemmeno un limite massimo di capi cacciabili nell’intera stagione.

Nonostante gli incendi e la siccità che hanno colpito l’intero territorio regionale, il Lazio non sembra affatto preoccuparsi delle condizioni di stress che hanno colpito le popolazioni animali, contribuendo, con la caccia, ad aumentare gli effetti negativi sulla dinamica di molte specie.

Eppure, la legge nazionale sulla caccia, all’art. 19, permetterebbe alle regioni di sospendere le attività venatorie in caso di particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche.

Chissà se, almeno in futuro, la caccia potrà essere vietata, al fine di scongiurare danni irreversibili agli ecosistemi ambientali.