La Basilicata sbanda sull’ambiente

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L’Associazione condivide il recente intervento dell’Inu su petrolio e sviluppo. Fortemente criticata la gestione dei rifiuti segnatamente per i costi eccessivi e i ritardi nella programmazione. «Assolutamente prioritario progettare il futuro della nostra regione … fuori dalle sacre stanze del potere»

La Basilicata sta facendo di tutto per diventare «ex-Isola felice». È ancora un territorio con molti punti a suo favore ma si leva sempre più forte un diffuso malcontento su una cattiva o distratta gestione dell’ambiente ma, soprattutto, per la mancanza di prospettive e di programmazione. All’accorato grido di allarme lanciato dall’Istituto nazionale di urbanistica della Basilicata nei giorni scorsi, si aggiunge ora anche Legambiente.
«Concordiamo con l’Inu – si legge in una nota dell’associazione ambientalista – sul considerare le tante conflittualità che sempre più spesso emergono nella nostra regione, e sempre più spesso sulle questioni ambientali, come la spia del profondo malessere che alberga ormai stabilmente nel territorio e nella comunità lucana, ed il risultato della percezione diffusa dell’assenza di una speranza, di una concreta prospettiva di sopravvivenza, lavoro e sviluppo: l’assenza cioè di una visione del futuro della nostra Regione.
«A queste diffuse preoccupazioni – continua la nota – la gestione pubblica non riesce a dare risposte ma, anzi, aggrava la situazione con la sua accertata incapacità di esercitare un autorevole servizio di monitoraggio delle matrici ambientali in grado di offrire idonea garanzia per la salute dei cittadini e per le produzioni agroalimentari della Regione, toccando così nel vivo le ultime riserve di speranza».
Nel duro attacco Legambiente sottolinea la «incapacità evidente anche nella gestione corretta del ciclo dei rifiuti urbani, nella regione italiana con la più bassa produzione pro-capite di monnezza e, ancora, incapacità di controllo sulla gestione dei rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, che vengono trattati in enorme quantità nella nostra regione, con grandissime quantità degli stessi rifiuti che vengono addirittura importati da altre regioni per essere trattati e/o smaltiti negli impianti lucani.
Di tutto questo non si riescono ad avere nemmeno le semplice notizie sui flussi, le quantità, le tipologie, gli impianti od i siti di destinazione.
«Allora è proprio necessario che chi ci governa cominci a dare ai lucani risposte credibili e concrete sotto forma di Programmi di sviluppo, chiaramente disegnati sul territorio (Piani), che ne valorizzino le risorse e non le abbandonino a più o meno sofisticati processi di sfruttamento, addolciti da qualche “bonus”, gentilmente concesso.
«L’unica pianificazione che la regione ha deciso di realizzare è l’unica di cui forse non c’è bisogno, quella sulla gestione dei rifiuti urbani dove ormai sappiamo tutto, conosciamo i flussi, i bisogni impiantistici i costi e le economie che si potrebbero realizzare ma, gli impianti utili non si realizzano, si buttano quasi 40 milioni di euro l’anno nelle discariche e, con la scusa della nuova pianificazione, lasciamo tutto fermo per un altro paio di anni e spendiamo quasi 800.000 euro in modifiche al piano per fare le stesse cose che l’anno scorso la Regione Abruzzo ha fatto con una gara da 40.000 euro».