La luce dell’acqua

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Fabrizio Plessi, La Foresta Sospesa, 1999, installation vidéo, © Norbert Hecht
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Per Fabrizio Plessi la tecnologia non deve prendere il sopravvento sulla natura, sull’umano. Questa prospettiva è evidente nella mostra del maestro della video istallazione nel cuore dell’Alsazia

Pioniere della video installazione, Fabrizio Plessi lavora da sempre sul tema dell’acqua creando opere dal forte impatto estetico che invitano lo spettatore alla meditazione. La natura e la tecnologia sono qui messe a servizio dell’arte alla ricerca insaziabile di un perfetto equilibrio, in cui la natura sembra dominare la sua «rivale».
Contro la valanga e la velocità delle immagini l’artista italiano propone movimenti rallentati di corsi d’acqua digitali che scorrono senza fine all’interno di piccoli schermi a tubo catodico, attanagliati al centro di grandi ruote come in Water Circles (installazione video, 1981) o conche enormi di ferro arrugginito, come in Videoland (installazione video, 1987), opere che rimandano a forme ancestrali queste ritracciano il lungo filo che lega gli esseri alla loro storia.

 

In questo contesto appare interessante l’opera Water Wind (installazione video, 1984): una struttura di legno di 4 metri, che presenta da una parte un vento d’aria leggera che sposta l’acqua riportata nel video, qui il vento anima l’acqua, «quello che volevo era che un elemento estraneo, che non ha niente a che fare con il video, cambi le immagini di questo», dice Plessi.
Sono sei le opere qui presenti alla Fondation Schneider a Wattwiller in Alsazia, sito rinomato per la sua fonte d’acqua minerale, ha invitato Plessi perché i legami tra l’artista e la neo fondazione sembravano espliciti ed indiscutibili.
Tutte le opere sono dei grandi classici dell’artista, ma non per questo statiche, fisse, al contrario queste si adattano al sito espositivo, per numero o per disposizione. Ne è un esempio La Foresta Sospesa (video istallazione, 1999), che in altre versioni può contare 8 o 9 tronchi d’albero, mentre qui ne presenta sei di 6 metri e di 250 chili, questi svuotati hanno uno spessore di 4 cm, sono sospesi su un video bluastro circolare che ritrae acqua piovana, l’effetto è sorprendente soprattutto nell’oscurità.
Una mostra che ci presenta una libera comunicazione tra l’arcaico e la tecnologia, in cui meditativi pozzi d’acqua digitale e forme arcaiche che li contengono, esplorano un altro elemento, lo spazio architettonico della fondazione nella sua verticalità e orizzontalità, ma anche l’esterno, che la vede immersa in una natura che qui regna sovrana. Perché per Plessi lo spazio è sempre importante dal punto di vista estetico ma soprattutto relazionale con le sue opere. È un’artista che lavora in bottega, per dirla meglio si circonda di fabbri, falegnami, tecnici del suono e del video, per realizzare progetti qui presenti, almeno un centinaio in versione cartacea, in Il Flusso della Memoria (video installazione, 2012), si vede una grande tavola di legno di 22 metri di lunghezza e al suo centro una riviera in perpetuo movimento, non mancano gli effetto sonori. L’immersione contemplativa è garantita.

 

Dal 1° marzo al 1° giugno 2014
Fabrizio Plessi
Le Centre d’Art Contemporain
Fondation François Schneider
27 rue de la Première Armée
68700 Wattwiller
Orari: dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 18
Info: info@fondationfrancoisschneider.org, www.fondationfrancoisschneider.org

(Fonte Exibart, Livia de Leoni, mostra visitata il 9 marzo)