Oltre cinquanta anni fa Maslow proponeva il grande tema della «psicologia della salute»9; dopo un decennio esso appariva in Italia ma ancora oggi il tema stenta a giungere al vasto pubblico degli educatori e formatori specie scolastici.
L’idea partiva dalla «natura interiore … sistema naturale di valori» quale reale potenziale per «la soluzione automatica di gran parte dei problemi della personalità»10.
Il concetto di struttura di cui parla Maslow contraddice quanto da noi affermato fino ad ora? Come facciamo a parlare di destrutturazione, allora, in ambito scolastico?
Lo psicologo statunitense cita l’immagine strutturale non come potenziale automatico della natura interiore, ma come forza di soluzione automatica: il cambio di prospettiva non è quindi di poco conto.
Tra questa formazione interiore ed i valori da raggiungere il legame è strettissimo, perché questi non sono estrinseci alla persona ma ad essa immanenti. Essi sono step successivi, ma inglobanti quelli precedenti, non certo come avviene tra i moduli di un missile che si esauriscono nel suo volo proiettato nello spazio. Essi invece persistono al sopraggiungere del valore successivo.
Questo sistema naturale di valori può essere, oggi, la grande medicina contro i turbamenti e le solitudini contemporanee.
I campi di cui abbiamo fatto cenno concorrono alla costituzione della salute perché essa viene difesa e curata dalla rete, di cui parla Murrel11; la situazione sociale che oggi permette alla coscienza di realizzare il benessere ecologico, frutto della promozione realizzata nel proprio ambiente di formazione.
In tutte le situazioni esaminate abbiamo visto come la parola sia la funzione aurea che consente l’intrecciarsi delle relazioni, qualifica la reciprocità e dispone l’individuo all’autonomia.
La didattica, che si avvalga di tutti questi campi di azione con l’impiego delle sinergie, moltiplica la positività e proietta la persona verso la sua salute. Lo stato di benessere mentale è base indispensabile per il conseguimento degli apprendimenti e del progresso educativo. La didattica, in un clima ambientale di positività e nell’equilibrio dell’ambience, ecologia interiore soggettiva, rafforza la sicurezza per il risultato della disincapsulazione.
L’attenzione rivolta ai campi destrutturalizzanti nelle fasi evolutive delle persone può rivelarsi un espediente pedagogico importante perché l’uso del web possa cautelare i minori contro l’imprevedibilità delle violenze mediatiche. Certamente costituisce un insieme di difese contro le solitudini che l’uso protratto crea, nell’età evolutiva per la psicologia dei minori. Il web, mezzo straordinario di comunicazione in tempo reale, è strumento inesauribile di contatto, di lettura e di relazione come anche di conoscenza diffusa anche se non approfondita. Non si esauriscono con il web, però, la ricchezza e il valore del libro; esso permette la rilettura e la meditazione con impiego del tempo positivamente lento, apre sconfinati spazi alla mente, la nutre e la dispone alle creazioni.
L’azione scolastica, che intenda come suo traguardo l’orientamento delle menti all’autonomia, struttura positivamente alla disincapsulazione corroborando le giovani personalità all’uso del mezzo, contro la sua dittatura sulle emozioni e contro il minimalismo del pericolo.
I diaframmi di salute come dispositivo di difesa, resi immanenti, restituiscono alla persona la sua libertà di movimento nell’agorà del globale, per cui l’uscita da sé estende i panorami dell’esplorazione, non permettendo che alla struttura della scuola tradizionale si sovrapponga quella del conformismo e dell’integralismo.
La formazione di massa, un tempo appuntamento ideale del riformismo e della democratizzazione sociale, non deve trasformarsi nella cultura massificata produttrice di stereotipi e clonazioni indebite.
Neanche lo Stato deve imporre i traguardi formativi quasi sacerdote sommo di una filosofia pedagogica conforme al sistema: esso ha il dovere di estendere e difendere i diritti e i valori di libertà e democrazia, con cui l’uno ed i molti intrecciano la relazione transpersonale.
Il primo effetto di tale pedagogia sarà la rivisitazione del concetto e della fissazione dei confini geografici. La globalità si trasforma inesorabilmente da legge di mercato e salvaguardia della produzione in cittadinanza universale: utopia che la pedagogia della salute avverte ed annunzia al mondo sempre più universale ma sempre più strumentale, quell’universalismo senza anima che materializza i risultati e li accetta solo se conformi al potere, al profitto, al mantenimento delle classificazioni.
Le conquiste dell’uomo, dalla carta alla plastica, possono fare la strada inversa dello specchio: da macchina di assalto militare (Archimede) all’espansione spaziale degli ambienti e alla riflessione delle sembianze; oggi le cose, dall’uso generalizzato e conformista, all’essenzialità del loro impiego, secondo la salute che cura l’integrità delle persone singole e salvaguarda le convivenze.