Al Polo Nord per studiare l’orologio biologico

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    I ricercatori della Sapienza presenti nella base artica del Cnr «Dirigibile Italia» monitoreranno gli animali polari per comprendere gli effetti della diversa alternanza buio-luce sui loro comportamenti

    Dal 7 al 28 agosto, un team di ricercatori della Sapienza monitorerà, presso la base «Dirigibile Italia» di Ny-Alesund, alle isole Svalbard, il bioritmo degli animali artici per studiare gli effetti della diversa alternanza buio-luce sul loro orologio biologico.
    Oggetto della ricerca (condotta da Vittorio Pasquali, ricercatore della Sezione di Neuroscienze del Dipartimento di Psicologia) saranno alcuni esemplari di Lepidulus arcticus (Branchiopora, Notostraca), un crostaceo mai analizzato prima che potrebbe rappresentare un ottimo modello animale per lo studio dell’espressione dei geni collegati ai ritmi biologici.
    Recenti studi, condotti da Karl-Arne Stokkan (University of Tromsø, Norway), hanno infatti ipotizzato come l’orologio biologico degli animali polari, durante i mesi di luce o buio totali, eserciti un debole controllo sulle quotidiane funzioni comportamentali e fisiologiche.
    Al contrario, nei brevi periodi di normale alternanza tra giorno e notte (solo alcune settimane l’anno), tutto funziona perfettamente, quasi vi fosse uno «switch» in grado di scollegare l’orologio biologico in assenza di una regolare ritmicità astronomica.
    «Il progetto – afferma Vittorio Pasquali – oltre a provare le ipotesi avanzate dal team di ricercatori norvegesi, fornirà nuovi dati sull’espressione genica e i ritmi biologici degli animali polari, aprendo nuovi scenari sulle possibilità e i limiti dell’adattamento umano ai diversi fotoperiodi e al lavoro a turni».
    Dopo la missione di Paolo de Bernardis e Silvia Masi del Dipartimento di Fisica, impegnati in Artico dal 2012 a studiare la radiazione cosmica, con il nuovo team si allarga la presenza di ricercatori della Sapienza nell’area del Polo Nord per studi effettuati direttamente sul campo.

    La missione della Sapienza, in collaborazione con l’Università di Ferrara e l’Unità di Supporto all’attività Polare del Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente del Cnr, è sostenuta dalla VI Comunità Montana del Velino, da associazioni e aziende private dell’alto reatino e anche dall’Istituto Confucio di Roma. La sede di Ny-Alesund ospita infatti, oltre alla base scientifica italiana quella cinese «Yellow River Station» della Chinese Arctic and Antarctic Administration. Lo studio sarà l’occasione per portare il saluto ufficiale ai ricercatori cinesi da parte di Sapienza-Istituto Confucio di Roma. Alla missione partecipa anche Cristiano Bertolucci dell’Università di Ferrara.