L’Alto valore naturale è già applicato alle aree agricole. Il dato quantitativo positivo deve essere integrato da una valutazione di tipo qualitativo che prenda a parametro la naturalità del sistema, elemento di valutazione ormai riconosciuto come indicativo a livello internazionale, in coerenza con il programma europeo sulla protezione della biodiversità
L’Europa è una delle regioni del mondo più ricche di foreste. Nel nostro Continente coprono circa il 40% del territorio, pari a 190 milioni di ettari, e le tendenze in atto indicano incrementi di crescita di circa lo 0,41% annuo (esclusa la Russia UNECE/FAO, Forest Europe, 2011).
Si tratta di un patrimonio costantemente minacciato da varie forme di pressione che vanno dal riscaldamento globale a quelle più direttamente legate al consumo di suolo e alle varie attività antropiche.
Il dato quantitativo positivo deve dunque essere integrato da una valutazione di tipo qualitativo che prenda a parametro la naturalità del sistema, elemento di valutazione ormai riconosciuto come indicativo a livello internazionale, in coerenza con il programma europeo sulla protezione della biodiversità (Europa 2020, Biodiversità Strategia 2020, 7EAP).
Già a partire dal 1998 l’Unione europea ha predisposto una serie di strategie mirate alla protezione della biodiversità forestale, individuando nella perdita di «naturalità» di questi ecosistemi la principale minaccia per la biodiversità. Ma tale concetto di «naturalità» andava meglio precisato prendendo a riferimento parametri comuni e condivisi, vista la diversità di valutazioni e azioni nei diversi paesi.
Si è pensato quindi di affrontare il tema applicando alle foreste il concetto, già condiviso, di Alto valore naturale (Hnv) che negli ultimi 15 anni è stato utilizzato come indicatore specifico della biodiversità nella valutazione delle zone agricole.
Negli ultimi anni sono stati prodotti diversi studi e iniziative per sviluppare un indicatore HNV significativo per le aree forestali, alcuni dei quali proprio dall’Eea.
Una prima definizione di aree forestali Hnv è stata proposta dall’Istituto per la politica ambientale europea (Ieep) nel 2007, in parallelo al processo dedicato ai terreni agricoli Hnv. In quella occasione si sono prese in considerazione le foreste naturali e semi-naturali nelle quali la gestione storica e attuale ha consentito il mantenimento di diverse specie autoctone e la conservazione degli habitat
Tuttavia, naturalità e biodiversità sono concetti complessi che per essere adeguatamente monitorati hanno bisogno di indicatori ben definiti, specifici e puntuali.
Questo studio rappresenta dunque un ulteriore passo avanti. Nella parte tecnica si chiarisce il concetto di Hnv per le foreste e si propone poi una metodologia applicabile e replicabile per definire e identificare le aree forestali di alto pregio naturale in Europa. Tale metodologia consente anche di misurare e monitorare i cambiamenti nelle aree Hnv e dunque si propone anche come strumento per sostenere in modo efficace l’attuazione delle politiche ambientali europee dedicate.
In questa prima fase la metodologia sperimentale è stata applicata solo alle foreste di faggio che presentavano in certo livello di naturalità, in quanto aree piuttosto omogenee.
Per la valutazione della superficie forestale Hnv sono stati utilizzati cinque indicatori:
– naturalezza;
– grado di influenza umana sull’ecosistema;
– accessibilità (per la gestione);
– numero degli alberi viventi;
– connettività, ossia disponibilità di bosco e possibilità di movimento ed espansione delle specie.
Lo studio ha interessato solo i paesi in cui si trova questo tipo di foreste: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito. L’intenzione è quella di andare oltre i paesi UE-28 e di estenderlo ai paesi dell’AEA-39: Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera, Turchia, e ai i paesi cooperanti, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Albania, Montenegro, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e il Kosovo.