«Si tratta della violazione di un bene «primario ed assoluto» (sentenza della Corte costituzionale n.151 del 1986, confermata da molte altre sentenze successive) e cioè l’ambiente marino, e quindi della violazione degli articoli 9 e 117, comma 2, lett. s), della Costituzione, i quali impongono la tutela del paesaggio, dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e naturali»
Riportiamo qui la lettera, inviata a Franco Tassi in data 2 Gennaio 2015 dal vice-presidente emerito della Corte Costituzionale, prof. Paolo Maddalena
Carissimo Franco,
aderisco in pieno al tuo messaggio per salvare Pantelleria dalle trivellazioni petrolifere. Si deve sapere che lo Sblocca Italia, che antepone l’interesse delle imprese ai reali bisogni del Popolo italiano, è una legge per più versi incostituzionale. Per quanto riguarda le trivellazioni petrolifere, è da sottolineare che si tratta della violazione di un bene «primario ed assoluto» (sentenza della Corte costituzionale n.151 del 1986, confermata da molte altre sentenze successive) e cioè l’ambiente marino, e quindi della violazione degli articoli 9 e 117, comma 2, lett. s), della Costituzione, i quali impongono la tutela del paesaggio, dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e naturali. Le cosiddette «deroghe» non hanno valore in questo campo, poiché si tratta di diritti inviolabili di tutti i cittadini, considerati come singoli e come parti della collettività (art. 2 Cost.). È indispensabile che singoli o Associazioni o Comitati da tempo radicati sul territorio impugnino davanti al Giudice amministrativo i provvedimenti amministrativi che autorizzano dette trivellazioni, chiedendo di rimettere gli atti alla Corte costituzionale per un giudizio incidentale di legittimità costituzionale. Non c’è tempo da perdere. Questo Sblocca Italia è una vera tragedia (Vedi on line il libro «Rottama Italia», pubblicato da alcuni volenterosi subito dopo l’emanazione del decreto legge, poi convertito in legge l’11 novembre 2014).
Un caro saluto.
Paolo Maddalena