In Lombardia rapaci notturni a rischio

1417
foto di G. Matteo Crovetto
Civetta nana
Tempo di lettura: 3 minuti

I cambiamenti climatici ne minacciano la sopravvivenza. Si evidenzia la necessità di preservare i siti Rete Natura 2000. La ricerca prevede che i cambiamenti climatici produrranno per il 2050 una contrazione della distribuzione potenziale di due specie di Strigiformi (civetta nana e civetta capogrosso) variabile tra il 23 e il 54%, a seconda delle specie e degli scenari climatici futuri considerati

Alcuni rapaci notturni potrebbero sparire da molte aree montane della Lombardia nel 2050 e a minacciarle i tanto temuti cambiamenti climatici che si verificano con i mutamenti delle temperature, delle precipitazioni, delle temperature degli oceani ma anche della distribuzione e del ciclo vitale di piante e animali. Possibili variazioni distributive riguardano da vicino il destino della civetta nana e della civetta capogrosso che stando ad un un’indagine condotta da Fondazione Lombardia ambiente, volta ad individuare appunto gli effetti dei cambiamenti climatici sulla biodiversità del territorio lombardo, potrebbero subire una forte riduzione della distribuzione e della popolazione regionale da qui al 2050.

La ricerca è stata realizzata nell’ambito di «Gestire», il progetto Life+ promosso dalla Regione Lombardia-Direzione generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile cofinanziato dalla Commissione europea che dal 2012 al 2015 ha come obiettivo prioritario quello di mettere a punto una strategia per la gestione dei siti Rete Natura 2000 presenti in Lombardia. La sola Regione ne conta 242 (dei quasi 3.000 Sic e Zps italiani), per una superficie corrispondente al 15% dell’intero territorio regionale, dove vivono 61 specie animali (uccelli esclusi) di interesse comunitario e 87 specie di uccelli tutelati dalla Direttiva Uccelli (Allegato I).

Quale può essere la funzione dei Siti Rete Natura 2000 in questo scenario di forte contrazione degli areali delle specie più legate ai climi freddi? L’ipotesi di base da cui sono partiti i ricercatori di Fla è quella per cui una sana conservazione e tutela del territorio, portata avanti con un occhio rivolto anche a quello che potrà succedere in futuro, può «mitigare» gli effetti dei cambiamenti climatici sulle specie da questi minacciate.

La ricerca prevede che i cambiamenti climatici produrranno per il 2050 una contrazione della distribuzione potenziale delle due specie di Strigiformi (rapaci notturni) variabile tra il 23 e il 54%, a seconda delle specie e degli scenari climatici futuri considerati. Civetta nana e civetta capogrosso sono ottimi «bioindicatori» per gli ambienti forestali montani e la loro presenza è solitamente indice di comunità biologiche ricche e di ambienti di valore; è pertanto probabile che effetti simili possano riguardare anche altre specie legate alle foreste montane.

«La gestione delle foreste è sicuramente importante per queste due specie – dichiarano i ricercatori di Fla. Entrambe le civette abitano le foreste di conifere, la cui conservazione e la cui idoneità alle specie minacciate può essere promossa da un utilizzo forestale correttamente pianificato. Tali accorgimenti riguardano in primo luogo i siti Natura 2000 che manterranno condizioni idonee alle specie anche in futuro. La rete Natura 2000 lombarda include attualmente il 38% circa dei siti che al momento risultano idonei per entrambe le specie. Le aree che sono idonee per entrambe le specie e che lo rimarranno in entrambi gli scenari futuri, sono di vitale importanza per la conservazione delle due specie. Purtroppo, il 64% di tali aree sono totalmente o prevalentemente al di fuori dei siti Natura 2000. L’auspicio – concludono da Fla – è che tali siti, patrimonio naturale di vitale importanza per permettere alle specie minacciate dal riscaldamento climatico di sopravvivere nella nostra regione, siano inseriti nella attuale lista dei siti Natura 2000 della Lombardia o vengano comunque adeguatamente tutelati, per preservare in tali aree le caratteristiche ambientali che le rendono particolarmente adatte a specie esigenti e sensibili come civetta nana e capogrosso».