I unti principali: risparmio, investimenti e occupazione. «L’efficienza energetica rappresenta quell’insieme di misure che più di ogni altra tecnologia energetica consentirà di transitare verso un sistema energetico e una economia a basse emissioni di carbonio»
Si è concluso martedì 11 settembre l’iter legislativo per l’approvazione della Direttiva europea sulle nuove norme in materia di efficienza energetica.
La nuova direttiva, che non contiene di per sé un obiettivo vincolante ma misure vincolanti da adottare che dovrebbero portare, secondo le stime, al 15% di risparmio energetico, ha l’obiettivo di aumentare l’uso efficiente dell’energia per ridurre del 20% i consumi energetici, con un risparmio valutato in circa 50 miliardi di euro l’anno.
Le principali misure previste riguardano:
– Gli edifici pubblici dotati di impianti di riscaldamento o di raffreddamento, dove va aumentato l’isolamento termico procedendo a rinnovare annualmente il 3% delle pavimentazioni se l’area calpestabile è al di sopra dei 500 mq; da luglio 2015 il rinnovo riguarderà anche le aree calpestabili superiori a 250 mq;
– Le imprese energetiche di pubblica utilità che devono raggiungere un risparmio energetico di almeno 1,5% per anno sul totale dell’energia venduta ai consumatori finali. Il calcolo del risparmio energetico aggiuntivo va effettuato sulla base della media dei consumi dei 3 anni precedenti l’entrata in vigore di questa direttiva. Possono invece essere escluse le vendite di energia per i trasporti;
– Le grandi imprese che saranno obbligate, ogni 4 anni, ad audit energetici svolti in modo indipendente da esperti accreditati. L’inizio di questi cicli di audit deve avvenire entro tre anni dall’entrata in vigore di questa direttiva. Sono escluse dall’audit le piccole e medie imprese.
– Gli strumenti di finanziamento, che devono favorire l’attuazione delle misure di efficienza energetica. Pertanto, gli Stati membri devono impegnarsi a facilitare la costituzione di questi strumenti finanziari.
La direttiva, la cui approvazione finale è avvenuta nel Parlamento europeo con 632 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astenuti, entrerà in vigore all’inizio di ottobre quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Da quella data gli Stati membri avranno 18 mesi per recepirla nella loro legislazione nazionale.
Analizzando la direttiva, ha detto Andrea Fidanza esperto dell’Enea in materia, si può notare che se da una parte si riducono i costi, consentendo cioè di spendere meno in energia per avere gli stessi servizi o prodotti, dall’altra si possono mettere in moto investimenti su progetti verdi (per esempio, nel campo dell’edilizia o nel trasporto e nella distribuzione dell’energia da parte delle municipalizzate), che stimolino l’innovazione tecnologica in campo energetico e nuova occupazione, utilizzando anche i cofinanziamenti che l’Ue mette a disposizione su queste tematiche.
Inoltre, Andrea Fidanza ha voluto ricordare che l’efficienza energetica rappresenta quell’insieme di misure che più di ogni altra tecnologia energetica consentirà di transitare verso un sistema energetico e una economia a basse emissioni di carbonio. È la stessa Agenzia internazionale per l’energia che da anni mette in evidenza come circa la metà della riduzione totale delle emissioni che sarà possibile ottenere in uno scenario di sostenibilità globale, avverrà proprio grazie ad interventi di efficienza energetica, settore nel quale anche in Italia esistono enormi possibilità di crescita per le imprese. La direttiva rappresenta quindi un passo fondamentale in questa direzione.
(Fonte Enea Eai)