Un futuro sociale per le masserie

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La nuova frontiera dello sviluppo rurale si chiamerà masseria sociale, che fa il paio con le già navigate masserie didattiche, dove s’insegnano le conoscenze e il sapere della campagna a scolaresche o altri soggetti interessati ad apprendere saperi e fatiche di una cultura antica

«È doveroso cominciare a parlare di campagna, non in termini di arretratezza rispetto alla città, ma in termini di diversabilità (così come per le persone), poiché i due paradigmi rurale e urbano si sono sviluppati in direzioni diverse, e non già considerando il primo eterno inseguitore del secondo».

Con questo concetto, espresso dalla neuropsicologa Maria Teresa Angelillo durante il convegno «Il sociale per lo sviluppo rurale»,si approda quindi a riconsiderare ciò che la campagna ha da offrire alle fasce deboli della popolazione, proprio in virtù delle caratteristiche stesse del territorio rurale: lentezza e solidarietà, calore e colori garantiti dall’alternarsi delle stagioni.

All’interno del soleggiato quadro rurale del sud-est barese sabato mattina si è tenuto, presso la sala convegni del Foro Boario a Noci, in provincia di Bari, un convegno dal titolo curioso e dagli sviluppi potenzialmente innovativi: Il sociale per lo sviluppo rurale. Erano presenti Stefano Genco, presidente del Gruppo d’Azione Locale «Terra dei Trulli e di Barsento», Piero Laterza, presidente dell’Associazione Produttori Agricoli della Puglia, Antonio Lia, presidente dell’AssoGal, Piero Liuzzi, Sindaco di Noci, Stefano Mastrogiacomo, Autorità di Gestione Psr – Regione Puglia, Maria Teresa Angelillo, neuropsicologa, Anna Maria Candela, responsabile Servizio Programmazione Sociale e Integrazione Socio-sanitaria della Regione Puglia, Francesca Giarè ricercatrice Rete Rurale Nazionale, ha concluso i lavori Elena Gentile, assessore al Welfare della Regione Puglia.

Ha coordinato gli interventi Matteo Antonicelli, direttore del Gal «Terra dei Trulli e di Barsento».

L’attenzione dei relatori è stata riposta sulle possibilità di uno sviluppo che segua una direttiva nuova, ma sostanzialmente ispirata alla tradizione di questo territorio. Dunque non più esclusivamente zootecnia o produzione di prodotti agricoli, che comunque non vanno trascurati, ma assistenza per anziani e per i bambini, oltre che per i diversamente abili in un contesto rurale, quello della Murgia sud-est, di per se ancora largamente abitato.

La nuova frontiera dello sviluppo rurale si chiamerà masseria sociale, che fa il paio con le già navigate masserie didattiche, dove s’insegnano le conoscenze e il sapere della campagna a scolaresche o altri soggetti interessati ad apprendere saperi e fatiche di una cultura antica.

Inoltre, questo convegno è stato l’occasione per la presentazione di tre misure di finanziamento a disposizione degli imprenditori agricoli e delle loro famiglie, oltre che per gli enti pubblici locali.

I relatori hanno focalizzato volta per volta l’attenzione su un aspetto specifico dello sviluppo del territorio: dalla necessità di interrompere l’esodo dalle campagne all’introduzione di pratiche terapeutiche e didattiche nel contesto rurale, dalla possibilità di diversificare l’offerta dei prodotti e dei servizi che la campagna e i suoi abitanti possono offrire alla necessità di rendere armonioso il sistema di gestione dei Gal.

Quindi la novità dei bandi, che verranno a breve licenziati dalla Regione Puglia, attiene in special modo alla commistione innovativa tra le politiche messe a punto dagli Assessorati regionali alle Risorse Agroalimentari e al Welfare. Le misure 311, 312, 321 prevedono rispettivamente la diversificazione in attività non agricole, il sostegno allo sviluppo e alla creazione delle imprese, l’offerta di servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale. I beneficiari della misura 311 sono individuati in imprenditori agricoli e componenti della famiglia coltivatrice, i quali potranno realizzare servizi sociali in aziende agricole mediante investimenti funzionali a vantaggio delle fasce deboli della popolazione. La misura 312 invece è rivolta alle microimprese, con priorità ai giovani, alle donne e alle fasce deboli organizzate della popolazione, i quali potranno cimentarsi nella realizzazione di ludoteche, baby sitting e centri ricreativi per anziani. La misura 321 indirizzata alle istituzioni pubbliche locali, prevede investimenti mirati a migliorare l’offerta e l’utilizzo di servizi essenziali alla popolazione, in collegamento con i Piani sociali di zona

Tra i tanti interventi che hanno animato il dibattito,stimolante è stato l’intervento della neuropsicologa Maria Teresa Angelillo, la quale ha chiarito che le masserie per mutare in masserie sociali devono dotarsi di attrezzature a norma e oltretutto farebbero bene a far riferimento alle nuove categorie inerenti all’Icf (International Classification of Functioning), così come dettato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’Icf impone un accertamento attivo delle abilità presenti nella persona disabile e quindi non soltanto la valutazione della menomazione, riportando l’attenzione sulla persona, invece che sulla malattia. Questo metodo, secondo la neuropsicologa, porterebbe maggiori benefici sulle persone bisognose di cure, rispetto al risultato che si otterrebbe in una struttura di città, seppur tecnologicamente avanzata, perché la vicinanza con la terra e gli animali può dare quel surplus che manca nelle strutture cittadine.

La conclusione dell’assessore regionale Elena Gentile è stata di tono politico e non retorico, ricordando i tagli al Fondo sociale nazionale che il governo centrale si appresta a fare.

Circa il 75% verrà tagliato sul totale dei trasferimenti, ciò potrebbe causare non poche difficoltà alla perpetuazione delle politiche regionali e locali, per le quali l’assessore al Welfare si dichiara «disposta a lavorare sodo al fine di non far pesare sulle comunità il macigno dei tagli governativi, poiché, conclude la Gentile, questa non è una sfida occasionale, ma una grande sfida del pubblico e del privato insieme, alla quale l’assessore Stèfano e la sottoscritta non intendono rinunciare».