Ma è la Xylella? Intanto si tagliano gli ulivi

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Non c’è certezza scientifica che la Xylella sia responsabile del disseccamento. Anzi, alcuni studi commissionati dall’Unione europea indicano come responsabile del disseccamento delle piante i funghi. In rete una campagna per fermare l’eradicamento degli ulivi nel Salento

La «Xylella fastidisiosa» è il batterio ritenuto responsabile dalle autorità governative del disseccamento degli ulivi. Tale batterio sarebbe diffuso attraverso un insetto vettore chiamato «sputacchina». Il piano del Commissario Siletti, il cui intervento è stato richiesto dalla Regione Puglia al fine di contrastare la diffusione del batterio, prevede:
– l’abbattimento di «tutte le piante infette e di tutte le piante che presentano sintomi tali da indicare la possibile infezione da parte di tale organismo e tutte le piante che sono state individuate come probabilmente contagiate»;
– l’eliminazione di tutte le piante ospiti presenti in alberature stradali, spartitraffico, fossi, canali, aree verdi, ecc. (D.M. 2777/2014, art. 10). E nella zona di eradicazione si aggiunge «l’ eliminazione di tutte le piante infette o ritenute tali sulla base di ispezioni visive che mostrano sintomi ascrivibili a Xylella fastidiosa senza alcun esame analitico».
– I trattamenti insetticidi per il controllo degli insetti vettori accertati o potenziali da effettuarsi sulle piante di olivo/fruttiferi/ornamentali, nonché sulla macchia mediterranea, siepi, bordure, muretti a secco, superfici incolte che ospitano gli insetti (Determina del dirigente di servizio 10/2015).
Lunedì 13 aprile è partito il Piano con i primi abbattimenti ad Oria (Brindisi). Se il Piano sarà portato a termine si consumerebbe l’olocausto degli ulivi e dell’ecosistema salentino, la microfauna sarebbe sterminata, le falde acquifere ulteriormente inquinate con ripercussioni sulla catena alimentare e gravi conseguenze per la salute pubblica, l’economia locale distrutta. Il paesaggio sarebbe sfigurato e il Salento si trasformerebbe in una pianura piatta e spoglia.
E questo sterminio sapendo che ad oggi
– non c’è certezza scientifica che la Xylella sia responsabile del disseccamento. Anzi, secondo alcuni studi commissionati dall’Unione europea e il rapporto sull’audit di una missione in loco della stessa commissione nel febbraio 2014, indicano come responsabile del disseccamento delle piante alcune specie di funghi;
– l’evidenza empirica mostra la ripresa di circa 500 ulivi in seguito alla somministrazione di rame e calce che hanno eliminato i funghi (circostanza questa, fra le altre, che lascia pensare che il batterio in questione possa essere endemico alle piante e attivarsi solo nelle situazioni di forte stress delle stesse). La ripresa di ulivi curati con terapie che mirano alla eliminazione dei funghi con procedure di disinfezione tradizionale e non aggressiva è stata evidenziata anche nella lettera inviata dall’associazione Peacelink al Commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis;
– la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo di indagine per indagare sulle cause piuttosto oscure della diffusione di tale batterio;
– l’Unione europea non obbliga l’abbattimento degli alberi né l’avvelenamento della terra bensì parla in termini di sradicamento del batterio e di salvaguardia delle piante ospiti.
Alla luce di questo, e appellandosi al principio di ragionevolezza delle culture mediterranee, al principio di certezza scientifica, al principio di precauzione stabilito dall’Unione europea, il Comitato pugliese «Acqua bene Comune» chiede una moratoria immediata necessaria
– per poter avere certezza scientifica prima di agire;
– per poter estendere l’esperimento di intervenire sui funghi per risanare la pianta;
– per trovare soluzioni che non siano peggio del male e che non portino alla strage ecologica.
Per sottoscrivere la richiesta di moratoria tutti siamo invitati ad inviare un’email a: salviamogliulivi@gmail.com. Perché questo territorio vale la pena di difenderlo con ragionevolezza e andando alla radice dei problemi che non serve risolvere con comportamenti rapidi e superficiali bensì con la certezza delle azioni avendo come unico obiettivo quello di preservare la sostenibilità dei luoghi e di chi li vive.

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