Il 14% delle famiglie non riesce a fare un pasto adeguato ogni due giorni

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In questa condizione di alimentazione precaria sono il 10,5% al Nord, il 9,5% al Centro e il 21,9% nel Mezzogiorno. Un’analisi inedita di AstraRicerche e Manageritalia sui dati Istat svela il fenomeno della «fame» in Italia. A Milano ai tempi dell’Expo Manageritalia ha messo insieme chi opera nel non profit e nel volontariato per aiutare e fornire cibo e pasti ai tanti che oggi in Italia non hanno da mangiare. Anche questo è un modo per essere in tema con l’Expo, seppure se ne parli, in città, Fuori Expo

Il 14,2% delle famiglie italiane a fine 2013, secondo gli ultimi dati Istat elaborati da AstraRicerche e Manageritalia, non riesce a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Un dato inquietante in assoluto e ancor più se pensiamo che solo tre anni prima, a fine 2010, la percentuale era al 6,7%, con un aumento del 112% in soli tre anni. Le famiglie in questa condizione di alimentazione precaria sono il 10,5% al Nord, il 9,5% al Centro e il 21,9% nel Mezzogiorno. E, tanto per uscire dai soliti stereotipi, in questi anni l’aumento più consistente si è verificato proprio al Nord (+128%). Ma non è finita qui, l’8,5% delle famiglie dichiara nel 2013 di non avere soldi per il cibo in alcuni periodi dell’anno, con un aumento del 60% dal 2004, ma soprattutto del 55% dal 2010.
Questi e tanti altri sono i dati inediti, presentati oggi da Manageritalia Milano aprendo l’incontro «Il cibo che non c’è. Riflessioni sull’abbondanza e le nuove povertà di Manageritalia». Per inquadrare tutto nel più noto e ampio, perché comprende tanti altri parametri non legati al cibo, indice sintetico di deprivazione Istat al 2013 il 23,4% delle famiglie italiane risulta in stato di deprivazione. L’aumento maggiore? Al Nord Ovest + 105% dal 2004 al 2013 e +60% dal 2010 al 2013. E a ribadire che il fenomeno sale lungo lo stivale l’aumento più altro tra il 2004 e il 2013 è di Liguria 134% e Lombardia 131%, e al terzo posto l’Emilia Romagna +127%.

E cosa c’entrano in tutto questo i manager? C’entrano eccome, perché da 15 anni oltre 200 manager, dirigenti in pensione o in attività, associati a Manageritalia Milano offrono volontariamente le loro competenze e il loro tempo per supportare l’organizzazione e la gestione dell’attività di tante onlus. Alcune di queste sono impegnate nell’offrire pasti a chi non ha cibo (Opera San Francesco, Banco Alimentare, Pane Quotidiano) e sono state protagoniste dell’evento parlando della loro attività. Per dimostrare come la sinergia tra chi scarta cibo e chi lo prepara per chi non ne ha trovi il diapason nelle organizzazioni che volontariamente li mettono in contatto e servono con un meccanismo perfetto e oliato.

«Noi vediamo – ha detto Maurizio Annoni, presidente Opera San Francesco – sempre più persone normali passare da una povertà relativa ad una assoluta. Oggi chi viene da noi ha fame di tutto, di cibo, ma anche di abbigliamento, cure sanitarie, igiene personale. Il numero di pasti medi distribuiti al giorno è passato dai 1.987 del 2008 ai 2.779 del 2014 (+39,9%). E il volontariato, anche professionale, è per noi una manna».

«Noi evitiamo – ha detto Andrea Giussani presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus – lo spreco e raccogliamo alimenti che altrimenti verrebbero scartati da produzione, distribuzione e ristorazione e li portiamo a chi li utilizza per dare cibo a chi non ne ha. In questa azione operiamo con 1.869 volontari e, anche grazie ai manager volontari di Manageritalia Milano che vengono da noi a fare i manager, riusciamo a organizzare sempre tutto al meglio. Nel 2014 abbiamo recuperato 40.448 tonnellate di eccedenze alimentari e raccolto 14.965 tonnellate di prodotti alimentari donati. Ogni giorno gli alimenti vengono ridistribuiti gratuitamente a 8.669 strutture caritative che aiutano circa 1.910.000 poveri in Italia».

«Il disagio al quale diamo risposta – ha detto Luigi Rossi consigliere delegato Pane Quotidiano – non è quello dei clochard, ma quasi solo di persone normali che hanno avuto problemi e hanno una casa, ma non reddito per il cibo ecc. Questo perché noi diamo razioni alimentari che vanno cucinate. Oggi offriamo 3.000/3.500 pasti al giorno in media e siamo passati dalle 700mila razioni annue del 2012 alle 900mila di oggi».

«Il problema è grave e in aumento – ha detto Tessa Gelisio, presidente Fort Planet Onlus – e solo guardandolo in un concetto più globale di sostenibilità possiamo affrontarlo al meglio. Solo una forte sinergia tra pubblico e privato, profit e non profit, abbandonando gelosie e protagonismi, può aiutarci a fare di più».

«Operiamo – ha detto Roberto Beccari, presidente Manageritalia Milano – dal 1999 nel volontariato professionale con il nostro gruppo che conta oggi oltre 200 manager, in pensione o in attività, che supportano decine di onlus. Offriamo volontariamente e senza alcun compenso competenze, strumenti e progetti manageriali per migliorare e sviluppare l’attività di queste organizzazioni. Manager che operano in tutte le aree dall’organizzazione e formazione, alla logistica e ict, al marketing e fund raising, al supporto per certificazioni e bandi vari. Un’azione di supporto e affiancamento volta a far crescere le persone all’interno per poi uscire e andare altrove, da altri che vogliano cogliere l’opportunità di crescere managerialmente. L’incontro non vuole tanto parlare di noi, ma di tante organizzazioni ben più meritorie che risolvono in parte il problema della deprivazione di cibo. Discutiamo di cosa fare per far meglio nel duplice senso di aiutare sempre più bisognosi e, da manager, anche come far sì che siano sempre meno quelli colpiti da questa calamità».

All’incontro, moderato e animato da Stella Pende, da tempo impegnata su questi temi, era presente anche il sociologo Aldo Bonimi, direttore Consorzio Aaster, che ha detto di credere che Expo possa e debba essere l’opportunità di dare forza ai segnali forti e deboli del disagio.