Che senso ha il comandamento «non uccidere»?

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papa francesco
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Il Papa affronta temi che vanno dalla necessità di cambiare modello di sviluppo alla necessità che media e scienziati parlino avendo effettivo contatto con i problemi reali del mondo, affronta la questione legata all’esaurimento delle risorse elemento questo che non può essere un pretesto per realizzare guerre

E arriva l’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco «Laudato si’». No al «paradigma consumista». E ancora: «L’esaurimento delle risorse non può essere un pretesto per le guerre». Queste sono solo alcune delle parole pronunciate dal Pontefice il quale coniuga l’appello a «proteggere la casa comune», controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali al cambiamento del modello di sviluppo, per i «poveri», e «per uno sviluppo sostenibile e integrale». Mentre critica il fatto che i popoli abbiano «pagato il prezzo del salvataggio delle banche» e il mercato «crea un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti» Papa Francesco avverte che questo «paradigma» di vita dell’umanità oggi deve cambiare sia per il senso della esistenza sia per la sostenibilità delle economie e per far questo è necessario cambiare lo «stile di vita».
Il Papa affronta temi che vanno dalla necessità di cambiare modello di sviluppo alla necessità che media e scienziati parlino avendo effettivo contatto con i problemi reali del mondo, affronta la questione legata all’esaurimento delle risorse elemento questo che non può essere un pretesto per realizzar guerre. Ritorna sulla questione che i popoli hanno pagato il prezzo del salvataggio delle banche e poi ancora esamina il comandamento «non uccidere» che ai giorni nostri è privo di valenza visto che il venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere.
Bisogna, continua il Papa, invertire il degrado ambientale e creare sviluppo sostenibile e questo sarà possibile solo se verranno a svilupparsi «istituzioni internazionali più forti e efficacemente organizzate».
Insomma un’enciclica forte che ha ricevuto il plauso di personaggi come Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America e Sergio Mattarella, 12° Presidente della Repubblica italiana il quale, per l’appunto, evidenzia che la nuova enciclica è un contributo indirizzato a tutti, credenti e non credenti; un contributo molto impegnativo soprattutto per chi ha «responsabilità politiche, economiche e sociali».
In merito all’enciclica si è pronunciato anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) il quale nella persona di Stefano Laporta, Direttore Generale dell’Ispra, ha dichiarato: «L’attenzione da sempre mostrata dal Pontefice nei confronti della tutela dell’ambiente trova conferma anche nell’Enciclica oggi presentata. Il documento di Papa Francesco ci serva da stimolo nel nostro impegno a continuare le attività di ricerca sui temi ambientali, in un momento storico in cui, per usare le parole del Papa, crisi sociale e crisi ambientale sono strettamente legate. Occorre un’assunzione di responsabilità non solo da parte della comunità scientifica, ma di tutti noi cittadini, esortati da una fonte così autorevole a tenere comportamenti virtuosi verso l’ambiente nel quale viviamo».
Auspichiamo un risveglio degli animi, soprattutto dei potenti della Terra, che ci si augura siano stati scossi dalle parole pronunciate da Papa Francesco.

 

Elsa Sciancalepore