La competizione ci sta annichilendo

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Alla competizione spinta al parossismo non corrisponde un miglioramento né quantitativo né qualitativo dello sviluppo. La natura delle sfide che viviamo ha una dimensione globale, richiede le risposte locali, che per essere efficaci devono tenere presente gli scenari collaborativi organizzati di ampi network multi-attoriali e trans-disciplinari che sappiano condividere soluzioni d’insieme come: riduzione della emissione di CO2, capacita di sviluppare una economia circolare basata sul creare sostenibilità dello sviluppo azzerando il rilascio di rifiuti nell’ambiente e migliorare la coesione sociale e culturale

Il tipo di mondo in cui viviamo sembra essere caratterizzato da una situazione di caos sociale complessa causata da criteri di competitività economica e finanziaria anziché di collaborazione e di sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
La crisi contemporanea pertanto degenera in una situazione di caos senza fine da cui non sembra possibile uscire da una continua minaccia di tipo ambientale sociale dove la crisi perenne sembra l’unica soluzione di un futuro comune.
La parola greca «krisis» indica il momento che separa una maniera di essere e di pensare da un’altra qualitativamente differente. Ippocrate individua la krisis come il momento cruciale in cui la lotta per la vita si decide e una malattia può evolvere verso la guarigione o verso la morte.
Purtroppo la «crisi» attuale ancora non trova alcuna strategia di cambiamento paradigmatico capace di superare i criteri di competitività economica e finanziaria che sono divenuti lo strumento primario per «cronicizzare» i gravi squilibri sociali che stanno conducendo al collasso il vecchio ed ormai obsoleto sistema di produzione industriale.
Resta evidente che alla competizione spinta al parossismo a livello economico non corrisponde un miglioramento né quantitativo né qualitativo dello sviluppo contemporaneo.
La speranza futura è che questo «caos della competitività», come in una reazione di trasformazione chimica si possa mutare nella più grande chance di sviluppo e di crescita alternativa.
Nelle reazioni chimiche infatti la transizione dal caos ad un nuovo ordine molecolare, necessita dell’azione di un catalizzatore che genera e diffonde la informazione capace di ri-orientare il processo di degradazione e di disordine verso una diversa soluzione di equilibrio molecolare generalmente a minore dispendio di energia.
Se prendiamo la trasformazione chimica come modello, comprendiamo come anziché’ tentare di ri-acquistare competitività dello sviluppo industriale, dovremo concepire come l’azione di degrado e quindi di perdita competitiva possa essere catalizzata da una nuova dimensione dell’informazione sulle opportunità di cambiamento dello sviluppo, fondata sulla collaborazione aperta con sistemi internazionali nei quali si attuano sperimentazioni suscettibili di mettere in discussione l’attuale struttura dei consumi e/o della produzione e/o del ricorso ad alternative fonti di energia quali basi di rinnovamento dello sviluppo dell’economia circolare, le quali sono la premessa di una innovazione sociale nella nuova dimensione dello sviluppo della «Living Economy».
Il successo competitivo recentemente è stato sempre più correlato all’innovazione ed al cambiamento tecnologico. Ma anche il ricorso all’innovazione tecnologica, ormai è al limite di divenire un addizionale problema che acuisce la crisi d’impresa determinando uno stato di squilibrio tra Piccole e Medie Imprese (Pmi), incapaci di seguire il ritmo e le performance dell’innovazione tecnologica e le grandi industrie nazionali e/o multinazionali.
La competitività estesa al settore dell’innovazione tecnologica pertanto sta rischiando di compromettere definitivamente anche le capacità di sopravvivenza del sistema aziendale della Pmi che ha spesso una dimensione locale della produzione. Ciò induce un impoverimento delle popolazioni e la mancanza di opportunità di lavoro, così che il sistema economico-commerciale tende a sviluppare ed incentivare la «economia del lusso» indirizzata a coloro che possono spendere ma che di conseguenza diventano sempre di meno.
In definitiva si tratta oggi di riconoscere che la competitività intesa come sistema finalizzato alla creazione di valore dell’impresa sta diventando un fattore di crisi d’azienda, ciò, nella maggioranza di situazioni in cui l’impresa non riesce a raggiungere l’obiettivo di mantenere ed accrescere una continua innovazione tecnologica sostenibile solo ricorrendo ad alti valori aggiunti spendibili nella «economia del lusso», mentre gran parte delle Pmi sono costrette al fallimento.
Il modello economico della «economia del lusso» che ha accentuato la disuguaglianza economica e sociale, è stato la causa recente di una progressiva instabilità strutturale della economia mondiale nel mentre la finanza internazionale trova consistenti guadagni sulla concorrenza tra il valore delle monete, esacerbando gli squilibri economici planetari che oggi generano pericolosi scenari di violenza e di guerra permanente, popolati da eserciti, di terroristi, in pressante attività di distruzione.
In conclusione il sistema competitivo fino ad oggi incontrastato causa di un conformismo politico e sociale in sostegno ad una concezione del progresso lineare dello sviluppo industriale, stupidamente considerato senza limiti, ha ormai trovato in se stesso il suo punto di rottura dimostrando che nel lungo termine il sistema competitivo non è più socialmente sostenibile.
L’esigenza di un’alternativa economica e sociale di innovazione culturale e scientifica è quindi entrata a pieno nell’agenda delle priorità di cambiamento.
Il caos economico e sociale è pertanto prodotto da un sistema che ormai accresce a dismisura squilibri economici e produttività dell’impresa, generato dalla crisi strutturale del sistema competitivo dove la maggior parte delle aziende non riescano più a conseguire e mantenere la propria sostenibilità così, come conseguenza, si delinea progressivamente ma irreversibilmente la perdita della stessa legittimazione sociale dell’impresa in funzione della organizzazione sociale del lavoro.
Per rigenerare la crescita d’impresa e lo sviluppo economico e sociale contemporaneo è pertanto decisivo l’individuare gli aspetti culturali del cambiamento resi necessari dalle sfide della crisi strutturale della nostra epoca. Ciò in quanto per la comprensione e la riorganizzazione e l’indirizzo delle dinamiche della crisi strutturale che stiamo vivendo non bastano più le categorie concettuali della vecchia impostazione meccanica della scienza e neppure gli indirizzi derivati da una lettura tradizionale dello sviluppo economico.
Pertanto i modelli di azione e di organizzazione del management risolutivi del caos, per una trasformazione della crisi in un ordine sociale nuovo (New Social Kosmos) vanno ripensati in profondità, al fine di re-inventare la strategie di impresa del futuro come collaborazione imprese ed istituzioni, pubbliche e private.

 

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La natura delle sfide che viviamo ha una dimensione globale, richiede le risposte locali, che per essere efficaci devono tenere presente gli scenari collaborativi organizzati di ampi network multi-attoriali e trans-disciplinari che sappiano condividere soluzioni d’insieme come: la riduzione della emissione di CO2 causata prevalentemente dalla combustione di combustibili fossili, la capacita di sviluppare una economia circolare basata sul creare sostenibilità dello sviluppo azzerando il rilascio di rifiuti nell’ambiente ed infine migliorare la coesione sociale e culturale, favorendo ed incentivando ogni forma di condivisione economica e sociale per migliorare ovunque la collaborazione finalizzata ad ottimizzare una nuova dimensione del benessere basata sulla qualità della vita eco-ed equo-sostenibile.
Infine Egocreanet (ONG c/o Incubatore della Università di Firenze) si propone di costruire un’Alleanza sociale transdisciplinare e multi-attoriale per vitalizzare lo sviluppo cooperativo della vita locale in una collaborazione internazionale, capace nel suo insieme di auto-organizzarsi per superare la crisi economica, sociale e ambientale contemporanea. Ciò diverrà possibile creando una comunità in rete di imprese e gruppi di ricerca e movimenti dell’arte moderna per dare sviluppo alla innovazione culturale socialmente responsabile che diventi la base del nuovo paradigma di sviluppo denominato «Living Economy».
Tale visione di sviluppo futuro promossa da Egocreanet è fondata sullo stimolare ed animare la creatività collettiva in una dimensione mondiale di valorizzazione della diversità culturale, al fine di attivare una profonda transizione scientifica e culturale indirizzata verso la nuova prospettiva di Living Economy orientata a delineare le strategie cognitive per un futuro sostenibile proprio in quanto privo di competitività tra i popoli e rispettoso dell’ambiente e della sua evoluzione naturale.
L’Alleanza per lo sviluppo della Living Economy è un programma di «open social innovation» in divenire, che potrà arricchirsi in futuro di altre idee e proposte creative da quanti vorranno aderire a questa formidabile alleanza con elevata coscienza nel realizzare un nuovo cosmo della creatività ecologica ed umana.

 

Paolo Manzelli, Director of LRE/EGO-CreaNet – University of Florence