«Il problema è noto da anni, ci sono ancora molti alimenti che contengono ingredienti pericolosi come il petrolio e questo facendo registrare un fallimento totale sulla tutela della salute dei consumatori. I produttori di alimenti, come anche i politici ed esperti conoscono il problema da molti anni. Il governo federale e l’Ue devono affrontare la questione ponendo particolare attenzione all’imballaggio che può realmente rappresentare grandi rischi per la salute reale dei consumatori»
Residui di petrolio in riso, pasta, cereali e atri alimenti. Questo quanto venuto fuori da uno studio condotto da Foodwatch, organizzazione indipendente senza scopo di lucro fondata nel 2002 in Germania che combatte per il diritto dei consumatori di sapere esattamente cosa stanno acquistando al fine di gustare buon cibo che sia sano ed incontaminato.
Secondo l’organizzazione, su un totale di 120 prodotti esaminati e provenienti da Germania, Francia e Paesi Bassi, il 43% contengono idrocarburi aromatici di olio minerale. In Germania, ogni cibo testato (9 su 42 prodotti) è stato contaminato da oli minerali aromatici e tra questi cibi ritroviamo i cereali di Kellogg, il riso a grana lunga superiore del riso-fit e la farina di grano tenero biologica di Rewe.
Ma cosa contamina il cibo?
Bene, gli imballaggi degli alimenti rappresentano una fonte essenziale di contaminazione derivante da inchiostri, plastificanti e solventi, tutti elementi che stando a diretto contatto col cibo lo inquinano.
Foodwatch ha esortato più e più volte la Commissione europea ad imporre le cosiddette «barriere funzionali» per tutti quegli alimenti che vengono confezionati con imballaggi di fibre riciclate, imballaggi che presentano un rischio per la salute dei consumatori nel momento in cui l’alimento non risulta adeguatamente protetto. Inoltre l’associazione ha anche esortato ad adottare valori limite per la presenza di oli minerali negli alimenti.
Luise Molling referente di Foodwatch, ha detto: «Il problema è noto da anni, ci sono ancora molti alimenti che contengono ingredienti pericolosi come il petrolio e questo facendo registrare un fallimento totale sulla tutela della salute dei consumatori. I produttori di alimenti, come anche i politici ed esperti conoscono il problema da molti anni. Il governo federale e l’Ue devono affrontare la questione ponendo particolare attenzione all’imballaggio che può realmente rappresentare grandi rischi per la salute reale dei consumatori».
Quello che Foodwatch chiede può essere racchiuso in due punti:
L’Ue deve imporre «barriere funzionali» per tutti gli imballaggi alimentari fatti di fibre riciclate e le soluzioni esistono per impedire la migrazione di sostanze tossiche nel cibo prevedendo l’utilizzo di materiali appropriati per foderare e rivestire separando così l’imballaggio dal prodotto;
L’Ue deve adottare valori limite per la presenza di oli minerali negli alimenti e per particolari oli minerali aromatici (Moah) applicare la tolleranza zero. Questo assicurerebbe che nessun olio minerale in quantità dannose può contaminare il cibo, contaminazione che può essere anche ad opera di altre fonti (macchine di produzione, trasporto, ecc.).
Gli oli minerali sono l’inquinanti più presenti nel corpo umano. L’autorità di sicurezza alimentare europea (Efsa), nonché il competente istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (Bfr) dovrebbero consultare il potenziale cancerogeno degli oli minerali aromatici.
Nei test di laboratorio fatti da Foodwatch si sono rinvenuti anche oli minerali saturi (Mosh) oltre agli oli minerali aromatici (Moah) ma questi in basse concentrazioni. Gli oli minerali saturi si accumulano nel corpo e possono danneggiare gli organi.
Per cercare di sensibilizzare le istituzioni su questo tema, l’associazione Foodwatch ha deciso di avviare una petizione.
In definitiva un momento quello che stiamo vivendo in questi giorni in cui è difficile mangiare senza mostrare troppa diffidenza. Dopo il rapporto choc dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che classifica alcune carni come cancerogene ritroviamo ora questo studio che ci evidenzia come ci sarebbero residui di petrolio in riso, pasta, cereali e atri alimenti che consumiamo giornalmente sulle nostre tavole. E allora aderiamo a questa petizione per difendere i nostri diritti in qualità di consumatori consapevoli.
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