L’impatto tra una logica No-Plug e la Casa ha una portata ben superiore all’installazione di interessanti ed utili dispositivi per l’efficientamento energetico. Il concetto architettonico stesso di «casa» diventa «Bio» arricchendosi di valori ambientali quali le emissioni tendenti a zero.
Waste to Energy, produzione di energia da fonte rinnovabile, stivaggio a basso costo dell’energia prodotta, utilizzo di motori ed elettrodomestici a corrente continua a basso o bassissimo voltaggio, produzione di acqua potabile dall’umidità atmosferica, possibilità di indipendenza dalla rete e dalle reti di urbanizzazione aprono scenari nuovi e potenzialmente eversivi non solo per il mercato immobiliare ed i suoi valori ma mutazioni in grado di consentire un ripensamento importante dell’urbanistica stessa delle sue direttrici verticali di sviluppo e nelle sue organizzazioni per destinazione e comparto.
La contingenza fluida non ha ancora probabilmente consentito la compiuta realizzazione di una «contaminatio-fusion» tecnologica associata alla mancanza di una definita linea di pensiero Architettonico Bio-Tech prevalente o dottrinalmente affermato su soluzioni tecnologiche vincenti di «Casa Energetica».
L’associazione tra i concetti stessi di «casa», «abitazione», «ecologia», «risparmio energetico» e «indipendenza energetica» conducono ad equilibri nuovi che parlano di un futuro molto attuale, un futuro già al lavoro ed in grado di influenzare la combinazione degli elementi tradizionali della casa stessa: ecco quindi che la «forma» muta e diventa una variabile culturale liberata da dinamiche molto lente e rigide di natura «immobiliare».
La casa può diventare «light»1 e perdere molto del suo tratto «definitivo» in favore di caratteristiche più plastiche e divenienti.
La Casa Energetica, o meglio, «BioEnergetica» non deve essere necessariamente realizzata in muratura o in cemento armato perché il suo primo tratto necessario è la comunicazione con l’ambiente: la casa bioenergetica vive con l’ambiente che la circonda e scambia con lo stesso tutte quelle energie e risorse necessarie alla vita: luce ed acqua per prime2.
Coerentemente a questa direzione sono interessanti le evoluzioni sul mercato immobiliare delle abitazioni in legno3 e delle realizzazione di unità abitative containerizzate4.
La verità che emerge dalle analisi delle installazioni fin qui realizzate è che non esiste una sostanziale alterità tra i due filoni: il legno può essere complementare allo skid modulare offerto dal container dando vita ad una contrapposizione morbido-duro, caldo-freddo che interpreta la dualità natura-tecnologia.
Il grande interesse offerto da queste soluzioni realizzative consiste nella flessibilità e nella possibilità di elevata ingegnerizzazione del manufatto che può essere industrializzato in ambito produttivo qualificato alla interazione tecnologica con elevata qualità, ed affidabilità data dal controllo e standardizzazione delle componenti utilizzate in insiemi originali.
La modalità edificativa cantieristica si ridefinisce quindi in «assemblaggio di parti trasportabili» che sono state adhocraticamente prodotte da un ente economico che non basa solo sulla capacità architettonico-edil-ingegneristica la sua performance ma anche e soprattutto sulla prestazione energetica e sulla bioqualità globale dell’abitazione come luogo di libertà (energetica) e di benessere.
1http://wwwold.to.archiworld.it/attivita/sottsass_mart.html
2http://plantcaretoday.com/make-recycled-wine-bottle-solar-heated-garden-bed.html
https://www.youtube.com/watch?v=k9OHt8uXKdg
http://www.studioimmagine.com/news2/2012/05/31/bottiglia-di-plastica-acqua-e-candeggina-per-illuminare-manila/
3https://youtu.be/UQbODveoQhY
4http://www.prefabbricatisulweb.it/guida/case-container-e-case-in-legn.html
– La forma della «casa» diventa «plastica»