Appuntamento per dire stop allo smog in Europa

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Un incontro importante a valle anche della pubblicazione della relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) «Qualità dell’aria in Europa – relazione 2015» che studia l’esposizione della popolazione europea agli inquinanti atmosferici e fornisce un’istantanea sulla qualità dell’aria basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa

In programma, per mercoledì 16 dicembre, il consiglio «Ambiente» del Consiglio dell’Unione europea (Ue).
I ministri cercheranno di raggiungere un orientamento generale sulla direttiva concernente la riduzione delle emissioni nazionali di taluni inquinanti. Questo nuovo atto normativo rivede e aggiorna gli attuali limiti nazionali di emissione annuali di determinati inquinanti atmosferici. L’obiettivo principale è tenere conto dei rischi sanitari e degli impatti sull’ambiente tuttora derivanti dall’inquinamento atmosferico. La direttiva permetterebbe di allineare la normativa Ue agli impegni internazionali.
Questo consiglio viene fuori da un precedente incontro avuto ad Ottobre nel quale il Consiglio tenne un dibattito sul riesame del sistema di scambio di quote di emissione dell’Unione europea (Ue Ets), il principale strumento della politica Ue in materia di clima per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. In quella occasione, i ministri, accogliendo con favore la proposta della Commissione, sottolinearono che la riforma era un passo importante per l’attuazione legislativa dell’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990).
Carole Dieschbourg, ministro lussemburghese dell’ambiente e presidente del Consiglio Ambiente, in quell’occasione disse: «Per realizzare i nostri obiettivi abbiamo bisogno di politiche solide, efficienti e coerenti. In questo senso, è veramente importante affrontare la questione delle sovvenzioni dannose e far sì che l’Eu Ets sia efficace e svolga il proprio ruolo nel conseguimento degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Ue».
Un incontro importante a valle anche della pubblicazione della relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) «Qualità dell’aria in Europa – relazione 2015» che studia l’esposizione della popolazione europea agli inquinanti atmosferici e fornisce un’istantanea sulla qualità dell’aria basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali di tutta Europa. Uno studio che indica come la maggior parte degli abitanti delle città europee continua ad essere esposta a livelli di inquinanti atmosferici che l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) non ritiene sicuri.
Gli inquinanti più problematici per la salute umana sono il particolato (PM), l’ozono troposferico (O3) e il biossido di azoto (NO2). Le stime dell’impatto sulla salute associato all’esposizione di lungo termine al PM2,5 mostrano che questo inquinante è responsabile di 432.000 morti premature in Europa nel 2012, un livello analogo alle stime degli anni precedenti. Gli impatti stimati dell’esposizione a NO2 e O3 erano rispettivamente di circa 75.000 e 17.000 decessi prematuri.
E in questo contesto abbiamo un’Italia che, insieme ai paesi dell’Est Europa, mostra il maggior numero di superamenti del limite giornaliero del PM10, con una situazione particolarmente critica nella Pianura Padana, e una situazione piuttosto preoccupante per gli sforamenti del limite giornaliero previsto per l’ozono che, essendo un inquinante fortemente legato alle alte temperature, risulta particolarmente vulnerabile nelle aree mediterranee.
In definitiva, nonostante i miglioramenti continui degli ultimi decenni in tema di smog, l’inquinamento atmosferico incide ancora sulla salute degli europei, riducendo la qualità e l’aspettativa di vita. Un problema che ha anche un impatto economico notevole, poiché aumenta i costi sanitari.
Oltre alla salute, gli inquinanti atmosferici hanno un effetto nocivo sulla vita vegetale e sugli ecosistemi e tali problemi, unitamente all’eutrofizzazione provocata dall’ammoniaca (NH3) e dall’ossido di azoto (NOx) e ai danni causati dall’O3 sulle piante, sono ancora diffusi in tutta l’Europa.