Un problema cruciale e delicato per il territorio ma le leggi che lo gestiscono sono lentamente in fase di nuova organizzazione e nessuno si occupa dell’immediato, infatti soppresse le Autorità di Bacino ex Legge 183/89 sono soppressi anche i Piani di assetto idrogeologico da essi varati? Come le regioni stanno affrontando questo problema non è ben chiaro
Sono trascorsi solo 26 anni, si fa per dire, dall’entrata in vigore della Legge 183/89 «Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo» e, per adeguarsi ad alcune direttive comunitarie, gli enti che in questi anni hanno gestito la difesa del suolo, delle infrastrutture su di esso costruite o pianificate e le popolazioni, dalle catastrofi idrogeologiche, cambiano per alcuni aspetti radicalmente organizzazione.
La Legge 183/89 era stata emanata dopo i risultati della commissione interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo, nota come «De Marchi», resi noti nel 1974 e istituita dopo la drammatica alluvione che colpì Firenze nel 1966. Cambiamento previsto dal Decreto Legislativo 152/2006 «Norme in materia ambientale» e in discussione in parlamento da diversi anni. Il territorio nazionale, isole comprese, era stato suddiviso in 40 bacini idrografici che a seguito del decreto «Collegato ambientale alla legge di stabilità» approvato alla Camera dei Deputati lo scorso 22 dicembre, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sarà gestito da 7 Autorità di bacino distrettuali.
Le difficoltà saranno di tipo organizzativo poiché dalla Legge 183/89 le competenze di gestione del territorio per la prevenzione delle catastrofi idrogeologiche erano state ripartite tra Autorità di carattere nazionale e Autorità di carattere regionale e interregionale. Le Regioni che avevano istituito le loro Autorità di bacino ora dovranno istituire l’Autorità di bacino distrettuale, gestite a livello ministeriale, sopprimendo quelle che avevano istituito con leggi regionali e che per tanti anni hanno operato sul territorio con grande investimenti di risorse finanziarie e professionali.
La riorganizzazione non sarà facile e, visto i temi delicati, non potrà rischiare di avere vuoti di competenze o di gestione del territorio. Così il calendario sembra severo: entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto «Collegato ambientale» saranno soppresse le Autorità di Bacino istituite con la Legge 183/89 e sarà emanato un decreto del ministero dell’Ambiente con il quale saranno disciplinati l’attribuzione e il trasferimento alle Autorità di bacino distrettuale del personale e delle risorse strumentali delle ormai ex Autorità di bacino. Per fare un esempio, la costituenda Autorità di bacino del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale comprende il territorio di Campania, Basilicata, Molise, Puglia e Calabria e avrà sede a Caserta.
La gestione delle 7 Autorità di distretto sarà, come già detto, a livello ministeriale con a capo i Segretari Generali nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Sono previsti come organi oltre la conferenza istituzionale permanete (ex comitato istituzionale), la conferenza operativa (ex comitato tecnico) e la segreteria tecnica operativa.
Le Autorità di distretto dovranno continuare a svolgere le funzioni delle ex Autorità di bacino alle quali si aggiungono quelle che le direttive comunitarie le hanno assegnato: il Piano di gestione del bacino idrografico (2000/60 CE) e il Piano gestioni alluvioni (2007/60/CE).
La parte più difficile sarà uniformare, nell’ambito dello stesso territorio di competenza dell’Autorità di bacino distrettuale, i metodi di analisi e per la determinazione della pericolosità idrogeologica (geomorfologica e idraulica) e le norme tecniche di attuazione dei Piani di Assetto Idrogeologico in vigore da più di un decennio.
In molti casi le norme tecniche di attuazione dei Piani di assetto idrogeologico sono molto differenti da regione a regione i cui territori oggi sono unificati in un’unica Autorità di bacino distrettuale. Quello che non è precisato e che lascia molta interpretazione è: soppresse le Autorità di Bacino ex Legge 183/89 sono soppressi anche i Piani di assetto idrogeologico da essi varati? Come le regioni stiano affrontando questo problema sembra non essere ben chiaro, sembra che tutti siano distratti dai distretti idrografici e non si stiano approfonditamente preoccupando della gestione del territorio dopo la soppressione delle Autorità di bacino istituite dalla ex Legge 183/89.