Una situazione ambientale che diventerà sempre più grave ha bisogno di interventi massicci e di lunga durata (dove sono coloro che applaudivano il giorno dopo della conclusione della Cop21?). Bisogna puntare decisamente e rapidamente sulla decarbonizzazione delle fonti energetiche
►Respiriamo peggio di 25 anni fa
Un fondo da dodici milioni di euro subito disponibile per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa. In caso di sforamento per più di 7 giorni consecutivi dei limiti di smog, i comuni possono: abbassare le temperature del riscaldamento di 2 gradi; limitare la velocità di circolazione di -20km/h; sconti sui mezzi pubblici. E il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, pensa alla rottamazione.
Queste sono le idee rivoluzionarie uscite dal vertice del ministro dell’Ambiente con le Regioni.
Ci si aspettava un cambio di passo diverso da questo governo che vuol cambiare… verso. Pochi finanziamenti e si pesca anche in quelli già disponibili e non si capisce perché, visto che stiamo peggiorando e in una situazione drammatica, non sono ancora esauriti. È da notare che comunque, anche per iniziative opportune come l’incremento delle colonnine elettriche, si fa sempre riferimento a: salvo la volontà del privato e l’autonomia dei sindaci. Ma insomma l’emergenza c’è o è immaginaria? Se non è schizofrenia questa…
Questo governo si conferma assolutamente incapace di una linea coerente e di lungo respiro in campo ambientale. Un ministro dell’Ambiente quasi per caso e che sollevò dubbi sin dalla sua nomina, un presidente del consiglio che a parte la sceneggiata di farsi vedere in bicicletta i primi giorni si è poi sistemato tranquillamente in auto e in aereo.
L’emergenza ambientale attanaglia sempre di più il territorio italiano, se non piove con lo smog, se piove con allagamenti e frane, se trema la terra con scuole e case che cadono, con una informazione ridicola che fa più danni della disinformazione (d’altra parte con gli aiuti di Stato che pretendi?), che si preoccupa della neve che non c’è nell’arco alpino e non una parola della neve che c’è in Abruzzo, che quando ha diluviato in Italia ha trattato a tappeto le situazioni del Nord dove la corruzione s’è mangiati i precedenti finanziamenti e mentre al sud la Sicilia era sott’acqua anche con morti. Che rincorre gli scandali e non dice nulla quando manca la prevenzione, che dà premi sulla qualità della vita ad una città capitale europea dello smog, giocando con le parole… un’Italia da rifare culturalmente e moralmente e che poteva cogliere l’occasione per impostare un metodo radicale nel gestire la cosa pubblica, sta lì penosamente a sposare le vecchie logiche dei pannicelli caldi per far vedere che si fa qualcosa. A Napoli dicono: ammuina.
Una situazione ambientale che diventerà sempre più grave ha bisogno di interventi massicci e di lunga durata (dove sono coloro che applaudivano il giorno dopo della conclusione della Cop21?). Bisogna puntare decisamente e rapidamente sulla decarbonizzazione delle fonti energetiche: rapido passaggio verso la solarizzazione degli edifici pubblici e privati, promozione dei veicoli elettrici, favorire gli scuolabus, nel concreto, quasi obbligatoriamente. Ed ancora rapido piano legislativo per promuovere il telelavoro, nuove norme nei capitolati d’appalto per fare in modo che l’ecologia sia una routine nell’edilizia e non un evento eccezionale. E tutto questo si può fare da… ieri.
C’è chi lo fa, vessato dalla burocrazia e dalle lobby. A questo dovrebbe servire un governo: annullare le burocrazie. Ma in Italia siamo alla schizofrenia totale. Ricordate le battaglie leghiste per avere il potere delle Regioni? Solo ora il Ministro si rende conto che per l’ambiente occorre una gestione unitaria… come le battaglie per ottenere una uniformità nella gestione dei bacini e che ancora naviga in mezzo a mille contraddizioni.