Rinnovabili – Le stime riviste verso l’alto

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Dall’analisi del rapporto emergono alcune tendenze energetiche al 2030 molto significative: consumi stabili, crescita più decisa delle rinnovabili elettriche, prezzi dell’elettricità in forte rialzo

Riprendiamo l’editoriale di Gianni Silvestrini, direttore scientifico di QualEnergia, pubblicato sull’ultimo numero.

Il rapporto EU Energy Trends to 2030 rilasciato dalla Commissione lo scorso agosto contiene elementi molto interessanti. Si tratta di analisi macroeconomiche effettuate con il modello Primes che esplorano le possibili tendenze dell’offerta e della domanda di energia nella vecchia Europa.

Lo studio appena pubblicato porta a risultati molto differenti rispetto al precedente del 2007policy introdotte negli ultimi due anni.
Un primo elemento interessante riguarda elaborato prima della crisi economica. Concentreremo qui l’attenzione sullo scenario «reference» che include le decisioni di la stima sui consumi energetici primari al 2030 che vengono dati sostanzialmente stabili rispetto ai livelli attuali. Un dato scontato in relazione agli impegni assunti dalla Commissione, ma è comunque un’analisi che rompe con il paradigma intoccabile degli ultimi decenni che vedeva una crescita costante dei consumi.

Un secondo punto da sottolineare è la crescita delle fonti rinnovabili nella produzione elettrica. La quota di elettricità verde passa dall’attuale 19% al 32% nel 2030. Si tratta di un deciso salto di qualità del ruolo previsto per queste fonti, se si pensa che nel rapporto del 2007 la quota al 2030 delle rinnovabili era stimata solo nel 23%. Anche questo dato sembra comunque una sottostima del reale trend in atto. Non ci sarebbe da stupirsi se nella prossima edizione del rapporto la percentuale venga innalzata verso il 37-39%. Diverso il trend del nucleare che viene stimato in calo dall’attuale 28% al 24%.

 

Un dato poi che merita un’attenta riflessione è quello dell’evoluzione dei prezzi di generazione dell’energia elettrica che vengono stimati in forte crescita (+28%) tra il 2010 e il 2020. Le cause sono ascrivibili agli effetti dell’Emissions Trading, agli interventi sul nucleare, alla diffusione delle rinnovabili.

Questo trend ha implicazioni interessanti per la diffusione del fotovoltaico sugli edifici. Infatti, la crescita dei prezzi della produzione elettrica comporta il fatto che nella seconda parte di questo decennio non solo sarà raggiunta la grid parity, ma che il costo dell’elettricità solare, previsto in forte calo, sarà decisamente più conveniente rispetto al pagamento delle bollette elettriche. Il che fa ritenere che, anche con incentivi modesti, la diffusione del fotovoltaico subirà una forte accelerazione, rendendo ad esempio gli attuali obbiettivi nazionali al 2020 (8 GW) decisamente sorpassati.

Una potenza installata in Italia alla fine del decennio compresa tra i 20 e i 30 GW sembra ormai appartenere ad uno scenario realistico. Del resto i valori delle installazioni fotovoltaiche in Germania che nel solo 2010 dovrebbero essere comprese tra 7 e 9 GW (Qualenergia.it, Il fotovoltaico inizia a cambiare il sistema energetico) confermano la possibile rapida crescita della diffusione di questa tecnologia.

(Fonte QualEnergia)