La Finlandia come il Brasile contro gli indigeni

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Una nuova legge consente di abbattere le ultime grandi aree forestali intatte d’Europa e dove vive una popolazione autoctona. Secondo la nuova legge, l’Agenzie forestale statale Metsähallitus, che controlla il 90 per cento dei terreni dei Sami, non avrà più bisogno del consenso del parlamento indigeno e dei consigli di villaggio, per i progetti che hanno impatti sulla loro vita. Inutile dire che la legge è stata approvata senza il consenso libero, preventivo e informato (previsto dalle convenzioni dell’Onu) delle popolazioni Sami

Il nuovo governo finlandese ha appena approvato una nuova legge che sancisce il furto di terre indigene. Un furto sancito dallo Stato, e che minaccia le ultime foreste primarie della Lapponia e patria degli indigeni Sami. La nuova legge approvata oggi destinerà infatti queste foreste all’abbattimento per la produzione di carta e legname.
Questa legge arriva dopo che il precedente governo non è riuscito a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, lasciando il Sámi privi di protezione legale. Ora l’attuale governo in Finlandia sta utilizzando questa opportunità per eliminare rapidamente i diritti ottenuti dall’unico popolo indigeno dell’Unione europea. La legge infatti consegna le aree Sami in Alta Lapponia, tra cui ampi tratti di foreste antiche boreali, a una vasta gamma di usi economici.
La nuova legge riguarda 2,2 milioni di ettari, ma ha impatti su un bacino idrografico esteso su 360.000, per lo più in zone sub-artiche e boreali della Finlandia. Si tratta delle ultime grandi aree forestali intatte d’Europa, un’area insignificante per la produzione ma essenziale per la conservazione degli habitat, oltre che per la vita delle popolazioni Sami. Ora queste aree, che erano state affidate agli indigeni, tornano nelle mani dello Stato e della sua agenzia forestale, aprendo i territori indigeni alla costruzione di ferrovie, all’espansione di miniere, allo sfruttamento forestale e ad altri progetti.
Secondo la nuova legge, l’Agenzie forestale statale Metsähallitus, che controlla il 90 per cento dei terreni dei Sami, non avrà più bisogno del consenso del parlamento indigeno e dei consigli di villaggio, per i progetti che hanno impatti sulla loro vita. Inutile dire che la legge è stata approvata senza il consenso libero, preventivo e informato (previsto dalle convenzioni dell’Onu) delle popolazioni Sami.
«L’allevamento tradizionale delle renne da parte dei popoli Sami rischia di scomparire con la nuova le legge forestale. Non potremo influenzare il processo decisionale sulle nostre terre. Le nostre foreste saranno prese via dall’economia di mercato», spiega Jouni Lukkari, presidente del Consiglio Sami Finlandesi.
«Le popolazioni artiche hanno prosperato in un ambiente difficile per millenni, grazie a una grande profonda di conoscenza del territorio e delle acque delle loro terre e delle specie che vi abitano, che forniscono cibo, vestiti e significato alle culture artiche – spiega Tero Mustonen, scienziato dal Snowchange -. Questa conoscenza ecologica tradizionale è sempre più riconosciuta come essenziale fonte di informazioni, tra le altre cose, per la comprensione della biodiversità artica e lo sviluppo di strategie efficaci per conservarne la biodiversità, che include il modo di vita indigeno».