Arriva da Napoli la Carta per l’Italia

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È un documento che sarà inviato al Governo e con il quale i geologi vogliono dare un contributo concreto alla costruzione dell’Italia del futuro. «Chiediamo un Piano per l’Italia, l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, un Piano per il rischio idrogeologico. Manca ancora una legge organica sulla difesa del suolo. Chiediamo l’istituzione del geologo di zona, il riconoscimento della sicurezza sismica degli abitati come esigenza collettiva di carattere primario»

È cominciato ieri il primo Congresso nazionale dei Geologi italiani a Napoli ed è da Napoli che viene lanciata «La Carta per l’Italia», diffusa per contribuire alla costruzione del futuro.
Francesco Peduto, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi, ha affermato: «La Carta per l’Italia è un documento che consegniamo al Governo e con il quale i geologi vogliono dare un contributo concreto alla costruzione dell’Italia del futuro. Abbiamo dato vita a ben 12 tavoli tecnici con un pacchetto ampio di proposte. Semplicemente chiediamo di essere presi in considerazione. Chiediamo un Piano per l’Italia, l’istituzione del Fascicolo del Fabbricato, un Piano per il rischio idrogeologico. Manca ancora una legge organica sulla difesa del suolo. Chiediamo l’istituzione del geologo di zona, il riconoscimento della sicurezza sismica degli abitati come esigenza collettiva di carattere primario. Chiediamo l’istituzione di una Legge nazionale che individui il patrimonio geologico italiano e lo protegga alla pari di quello culturale. Chiediamo l’aggiornamento delle norme sulle attività estrattive che sono ormai obsolete. Chiediamo una maggiore conoscenza del cittadino dei Piani di emergenza comunale. Almeno il 50 per cento delle vittime lo abbiamo perché la gente non sa come comportarsi in caso di un’emergenza».
I geologi italiani insomma chiedono, a gran voce, che la politica tuteli questa figura professionale che ha il compito di difendere il territorio e che promulghi una Legge nazionale che difenda l’immenso patrimonio Geologico italiano.
Quello che serve all’Italia è che si cominci a lavorare su ciò che è mancato drammaticamente per decenni ossia una vera cultura della prevenzione e della cura verso il territorio. Quel disinteresse verso il bene pubblico è stato causa di tragedie annunciate e ogni giorno paghiamo gli effetti di una politica troppo pigra verso azioni di programma a lungo termine volte a difendere il territorio e la popolazione che lo vive e questo causando il susseguirsi di eventi estremi che si abbattono ininterrottamente sul suolo nazionale mettendone a nudo tutte le sue fragilità strutturali.
Quello che sarà sempre più necessario ricercare è uno studio scientifico della terra e delle sue complessità e in questo si inserisce il lavoro del geologo che è la professione del futuro nell’ambito di quella filiera virtuosa, sottoscritta con gli impegni di Parigi, e che quotidianamente diventa un modus vivendi da condividere per poter mantenere in vita la luce della speranza nella sostenibilità del nostro sistema Terra.
Quello di cui si sta parlando a Napoli è incentrato oltre che sui temi tecnici che competono alla professione del geologo, temi che spaziano dalla gestione della risorsa acqua alla bonifica di siti inquinati e discariche, dalla Protezione civile alla gestione dei geoparchi, geositi e geoturismo, e ancora terre e rocce da scavo, rischio sismico, pianificazione, dissesti e alluvioni e tanto altro, anche sull’idea della figura del geologo nel prossimo futuro.
L’idea della presenza diretta del geologo nelle scuole potrebbe essere certamente una buona pratica, la presenza di un geologo che spieghi ai ragazzi, con parole semplici ed esempi concreti, i problemi del nostro territorio e cosa fare per prendersene cura. Insomma avanzare quell’idea di educazione ambientale che rappresenta la grande sfida culturale di questo momento storico in cui bisogna conoscere questa nostra importante risorsa, troppo spesso utilizzata al servizio del vivere umano, della quale non possiamo fare a meno e che necessita di godere di buona saluta per permettere lo sviluppo sostenibile nostro e delle generazioni future.
Materie ambientali quindi tra i banchi di scuola con programmi scolastici strutturati e non facoltativi, delegati alla sensibilità dei singoli insegnanti, congiunte a escursioni sul campo per visionare impianti del riciclo, parchi nazionali e tutto quello che può esser utile a creare quel substrato culturale che spieghi, ai cittadini di oggi e soprattutto a quelli di domani, come per ridurre i rischi bisogna conoscere i problemi.
Rilanciare l’Italia e renderla un Paese moderno con una figura professionale moderna qual è quella del geologo, protagonista indiscusso del rilancio del nostro sistema Paese.

 

Elsa Sciancalepore