Aspettando opere utili per la difesa del suolo

778
foto di A. Fiore
Tempo di lettura: 3 minuti

Le linee guida non definisco in quale fase della progettazione, riferita al Nuovo Codice appalti, i vari aspetti si devono trattare. Più che veloce, come dice il ministro Galletti, la progettazione dovrebbe essere curata e rigorosa e per svolgere una progettazione curata e rigorosa serve il fondo per la progettazione. Senza un fondo per la progettazione l’Italia continuerà a cullarsi (#italiasiculla) sperando che l’argine tenga e la frana non si muova. Il vero fallimento della mitigazione del rischio idrogeologico sono state le opere mal progettate e spesso inutili

Pubblicate on line sul sito di #italiasicura le «Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi per il contrasto del rischio idrogeologico». Tutti i contributi inviati fino all’11 luglio, all’indirizzo di posta elettronica segrtecitaliasicura@governo.it, saranno discussi al fine di migliorare la versione da oggi online.
A cosa servono queste linee guida lo chiarisce Mario Grassi, responsabile #italiasicura, nella premessa al documento. «Si tratta di rafforzare alcuni punti di vista piuttosto che dettare regole o prescrizioni». Sono una sorta di promemoria per chi deve redigere la progettazione degli interventi di difesa del suolo finalizzati, almeno si spera, alla mitigazione della pericolosità o del rischio idrogeologico.
Il documento si articola in singole schede riguardanti i temi che dovrebbero maggiormente incidere sull’efficacia degli interventi di difesa del suolo:
– la valutazione del rischio, anche residuo, e definizione della relativa gestione;
– la valutazione comparata delle diverse opzioni tecniche praticabili;
– la coerenza con la pianificazione e programmazione vigenti;
– l’analisi sistemica con particolare riguardo ai fenomeni indotti e alla verifica dell’intero ciclo di vita dell’opera;
– le specifiche valutazioni di carattere idrologico, idraulico fluviale e geologico;
– gli effetti sulla morfodinamica fluviale e costiera, sull’ecosistema, sulla chimica delle acque e sugli aspetti sociali ed economici;
– le considerazioni sulla resilienza dell’intervento, anche in relazione a scenari di cambiamento climatico.

Ogni scheda è strutturata in 6 sezioni:
1. Indice di rilevanza rispetto ai fenomeni alluvionali, geomorfologici di versante e marittimi/costieri
2. Inquadramento generale
3. Indicazioni
4. Riferimenti normativi specifici
5. Rimandi ai contributi pervenuti
6. Riferimenti bibliografici e operativi specifici.

Le linee guida non definisco in quale fase della progettazione, riferita al Nuovo Codice appalti, il Decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50, i vari aspetti si devono trattare. Come pure fanno riferimento al monitoraggio nelle fasi di vita dell’opera e non nelle fasi di analisi del fenomeno utile a stabilire o cambiare eventuali priorità degli interventi. Non si potranno eseguire contemporaneamente tutti gli interventi di difesa del suolo segnalati dalle Regioni, perché sono migliaia e si potranno realizzare forse nell’arco di qualche decennio. Vanno stabilite in maniera scientifica, e non politica, le priorità e va attivato un monitoraggio geomorfologico sui territori dove è riconosciuta una pericolosità ma non una priorità.
Quello che sorprende è il concetto di progettazione che trapela nelle dichiarazioni del ministro Galletti. «Una progettazione veloce, sostenibile e adeguata ai nuovi scenari climatici – osserva il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è il punto imprescindibile di partenza di una programmazione seria per un Paese come l’Italia ad alto rischio idrogeologico. Le linee guida, aperte al contributo tecnico dei protagonisti della cura del territorio, sono uno strumento utile in questa direzione».
Più che veloce la progettazione dovrebbe essere curata e rigorosa e per svolgere una progettazione curata e rigorosa serve il fondo per la progettazione. Il vero fallimento della mitigazione del rischio idrogeologico sono state le opere mal progettate e spesso inutili. In Italia in molti casi i progetti sono di bassa qualità perché i progettisti non sono pagati e sono relegati a figure di consulenti degli uffici comunali. Progetti di bassa qualità oltre a non mitigare i rischi idrogeologici del territorio portano a lunghi contenziosi amministrativi. Veloce e a regola d’arte deve essere l’esecuzione dell’opera e non la progettazione.
Senza un fondo per la progettazione non si faranno mai opere utili con una spesa razionale, senza un fondo per la progettazione l’Italia continuerà a cullarsi (#italiasiculla) sperando che l’argine tenga e la frana non si muova.