Nuovi materiali per stoccare idrogeno

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Composti innovativi e nanoparticelle realizzati con l’obiettivo di migliorare le proprietà di assorbimento dell’idrogeno e che aprono la strada a nuove applicazioni tecnologiche per l’accumulo su autoveicoli, mezzi pesanti e imbarcazioni, ma anche per la produzione di elettricità in edifici e industrie

Arrivano dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) nuovi materiali innovativi per l’accumulo di idrogeno.
L’Enea è infatti l’Ente che ha coordinato le attività del progetto dell’European cooperation in science and technology (Cost) sui composti innovativi e nanoparticelle che migliorano le proprietà di assorbimento dell’idrogeno.
Una ricerca che apre la strada a nuove applicazioni tecnologiche per lo stoccaggio e per la produzione di energia elettrica e i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale «International journal of hydrogen energy».
Composti innovativi e nanoparticelle realizzati con l’obiettivo di ottimizzare le proprietà di assorbimento dell’idrogeno, elaborare nuove applicazioni tecnologiche per l’accumulo su autoveicoli, mezzi pesanti e imbarcazioni, permettere la produzione di elettricità in edifici e industrie.
Questi in estrema sintesi i risultati delle attività.
Ma conosciamo meglio il progetto Cost…
Il progetto Cost Action MP1103 sui materiali nanostrutturati per lo stoccaggio di idrogeno allo stato solido (Sshs) è un network che riunisce 32 Paesi e 260 ricercatori provenienti da tutto il mondo con l’obiettivo di definire metodi innovativi per lo stoccaggio dell’idrogeno attraverso la ricerca interdisciplinare e d’avanguardia all’interno dell’Area della ricerca europea. Obiettivo finale del progetto è quello di sviluppare materiali innovativi per l’immagazzinamento energetico per impieghi nei settori dell’energia e del trasporto, così da sostenere nel medio-lungo periodo le economie dei Paesi europei.
Un progetto che si avvia grazie alla cooperazione europea volta a sintetizzare, caratterizzare e modellare nuovi materiali nano strutturati che consentano l’immagazzinamento di idrogeno. Un’azione che partita dallo stato attuale di conoscenze in materia è andata a creare una rete competitiva e coordinata in grado di definire modi nuovi e inesplorati per lo stoccaggio di questa importante risorsa.
Un numero rilevante di nuovi composti sono stati sintetizzati e tra questi idruri metallici, idruri complessi, ammine a ioduri metallici.
La ricerca ha inoltre permesso di ottimizzazione la struttura di accumulo che è diventata a film sottile dove le nanoparticelle e i materiali compositi nanoconfinati hanno permesso di migliorare le proprietà di assorbimento dell’idrogeno e aprire prospettive di nuove applicazioni tecnologiche.
In questi studi è stata inoltre effettuata un’esposizione diretta delle reazioni di idrogenazione con misure in situ a determinate condizioni, metodi di screening computazionali che hanno permesso la previsione di composti adatti per lo stoccaggio di idrogeno, modellazione delle reazioni all’assorbimento di idrogeno su sistemi mono, bi e tridimensionali.
Perché l’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo osservabile, presente nell’acqua e in tutti i composti organici e organismi viventi che se utilizzato come fonte di energia alternativa alle fonti fossili permetterebbe di eliminare completamente le emissioni di CO2 ed i problemi climatico-ambientali ad esse associate.