Sfogliate questo numero di VG e rimarrete spiacevolmente sorpresi dalla crudeltà dei numeri e dalla ricerca che descrivono inquinamenti, carenze d’acqua, sistemi di recupero ignorati, pericoli mortali nelle acque per depurazione insufficiente o impotente di fronte al continuo uso di veleni in agricoltura
L’ultimo numero on line di «Villaggio Globale» è sull’acqua. Un argomento, a primo acchito, trito e ritrito. Ma è proprio in questa certezza che c’è la trappola. Quando si parla di clima tutti sanno tutto salvo a sorprendersi quando arrivano le foto di isolotti del pacifico che stanno affondando come gli abitanti della Groenlandia a cui si sta sciogliendo il permafrost sotto i piedi…
Sfogliate questo numero di VG e rimarrete spiacevolmente sorpresi dalla crudeltà dei numeri e dalla ricerca che descrivono inquinamenti, carenze d’acqua, sistemi di recupero ignorati, pericoli mortali nelle acque per depurazione insufficiente o impotente di fronte al continuo uso di veleni in agricoltura.
Ma i guasti dell’acqua malata o insufficiente sono globali e colpiscono la biodiversità ma si illustra anche come la natura si modifica e si difende.
C’è anche l’acqua come metafora ed è utile scoprire in che tipo di «liquido» navighiamo…
Ed a proposito di navigazione in questo numero abbiamo un dossier molto importante, quasi una chicca, in cui rivisitiamo il «villaggio globale», quello di McLuhan, dal punto di vista giuridico, religioso, economico e culturale.
Vi proponiamo la lettura dell’Editoriale di Ignazio Lippolis
Riflettendo sulla storia dell’uomo non si può evitare la tentazione di un pensiero ricorrente: l’uomo è un essere inferiore. Come spiegare diversamente l’avversità per le guerre e il ricorso sempre più frequente a questa pratica nei casi di divergenze fra Stati o all’interno dello stesso Stato? Come spiegare le lungaggini decisionali di fronte a situazioni dette di emergenza come i cambiamenti climatici, la fame nel mondo, gli inquinamenti, i problemi energetici, la biodiversità, l’emergenza idrica, la resistenza agli antibiotici? Insomma l’uomo assomiglia sempre più a quell’uomo del «villaggio globale», descritto da M. McLuhan, in balia di decisioni e voleri presi da altri.
Eppure, per ognuno di questi problemi, c’è la soluzione già pronta.
In questo numero parliamo di acqua, un problema vitale per l’uomo, ognuno potrà leggere le emergenze in corso e le soluzioni.
I cambiamenti climatici giocano un ruolo strategico sul problema acqua e appena qualche mese fa si è parlato a Parigi della necessità di fermare l’aumento della temperatura globale. I governi si erano impegnati a non superare i 2°C. Noi eravamo stati negativi su questa scelta, sia perché tardiva e insufficiente, sia perché solo per il 2050 è prevista la messa al bando dei combustibili fossili. Ora che solo dopo sei mesi l’aumento della temperatura sta sfiorando i 3°C che si fa?
Infatti, sulla base di dati Isac-Cnr, siamo tendenzialmente già oltre i 3°C per secolo. Giugno 2016 è stato a livello italiano, il 32° giugno più caldo dal 1800. Il giugno più caldo in Italia è stato, infatti, quello del 2003. Tuttavia, dal 1800 a oggi, la temperatura media è già aumentata di oltre 2°C (in media circa 1°C per secolo). Negli ultimi 50 anni la temperatura media è cresciuta di ben 0,32°C per decennio, come dire che siamo tendenzialmente già oltre i 3°C per secolo.
Se il clima globale si destabilizzasse nessuno saprebbe le conseguenze e certamente non sarebbero positive… L’acqua può diventare improvvisamente un bene più prezioso di quanto già non lo sia.
Ma importa a qualcuno?
I popoli, sia che vivano nelle capanne sia che vivano nelle metropoli, sono alle prese con l’affermare quale religione sia migliore dell’altra. E il risultato è che scopriamo che anche nelle nazioni d’avanguardia, dove non c’è una carta per terra, ci sono giovani esaltati che vogliono punire gli altri in nome del loro dio. Come ci sono frotte di altri giovani che vanno in giro a cercare pokemon, altri che attraversano la strada e sono falciati mentre rispondono ad un sms o non sentono il treno o l’auto che arriva.
Come si resta sbigottiti quando, dopo un attentato, si scopre che giovani attentatori erano già noti, o che erano instabili di mente… un po’ come i virili uomini già denunciati ma arrestati dopo che hanno portato a termine la loro macabra missione maschilista. E accade anche che gli «eroi» del momento subito dopo sono anche loro violenti o afflitti da manie sessuali. Ma che società è questa? Una popolazione fragile, pronta all’imbroglio e alla falsità. Una varia umanità sempre più decadente. Come ci si può ancora fidare? Come abbiamo fatto a ridurci così in nome della libertà e della democrazia raggiungendo gli stessi risultati delle dittature?
Perché, fare un referendum per il diritto pubblico dell’acqua e non rispettarlo, cos’è?
Si dirà che è sempre stato così? Che aveva ragione Giambattista Vico? Può darsi, vengono in mente le varie fasi storiche ma la delusione per non aver raggiunto un mondo un po’ più tranquillo è grande.
L’amarezza e la sfiducia fanno traballare la speranza e prende la paura di essere arrivati all’ultima spiaggia.