La chimica in agricoltura non ci piace ma leggiamo la scienza…

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foto di P. Catino
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Generare allarmismo per trarne vantaggi non è professionalmente etico. La differenza fra «senza residui», «con residui» e «non conformi». È innegabile che siano aumentati, rispetto agli anni precedenti, il numero di irregolarità riscontrate per la presenza di residui sui prodotti ortofrutticoli ma questo si spiega col fatto che è aumentato il numero di campioni controllati ed il numero dei principi attivi ricercati: «… più si cerca, più si trova …»

Dilagano sui social articoli scientifici che non partono da una base di conoscenza scientifica esagerando e sbagliando nel riportare i dati e rendendosi, di conseguenza, facilmente appetibili per tutti coloro che gettando allarmismo ne traggono, o pensano di trarne, vantaggio e questo tutto a discapito della verità.
Una controinformazione che allontana i lettori da una sana informazione scientifica.
È questo quello che è accaduto in un articolo di qualche mese fa ripreso dai social a puro scopo propagandistico in cui si afferma che metà della verdura che si vende in Puglia è contaminata… e l’articolo per avvalorare i suoi dati parte da un’indagine dell’Arpa (l’Agenzia regionale protezione ambientale). E tutto questo perché? Per tirare la volata ad alcune aziende biologiche.
Nell’articolo viene evidenziato come ci siano tracce di pesticidi nel 49 per cento dei campioni di frutta e verdura analizzati da Arpa tramite il Polo di specializzazione alimenti di Bari.
Tutti i prodotti basilari della dieta mediterranea risulterebbero compromessi a partire dalle pere e poi a seguire le fragole, i cetrioli, i pomodori, i peperoni, le zucchine, gli spinaci, il sedano, i fagiolini, l’uva.
Allora siamo andati a vedere le carte perché noi non sposiamo un’informazione povera di contenuti scientifici.
L’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente (Arpa) Puglia, Polo di Specializzazione Alimenti di Bari ha condotto un Piano di controllo ufficiale della Regione Puglia con l’emissione del «Rapporto Attività 2013-2014 – Residui di prodotti fitosanitari in alimenti di origine vegetale».
Il Rapporto evidenzia come l’impiego di prodotti fitosanitari permetta all’uomo di proteggere le colture vegetali dagli organismi nocivi e di migliorare la produzione agricola. Anche se l’utilizzo è effettuato per una buona causa, l’uso di fitofarmaci costituisce un rischio, in quanto residui delle sostanze attive possono persistere negli alimenti e quindi essere ingeriti dall’uomo o dagli animali.
Ed è per monitorare questa situazione che, da diversi anni, il laboratorio chimico del Polo di Specializzazione Alimenti svolge, in Puglia, l’attività di controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari in alimenti di origine vegetale e questo utilizzando metodi accreditati con i quali vengono analizzati campioni prelevati dalle Asl nell’ambito di piani regionali di controllo ufficiale, dagli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) nell’ambito del controllo sulle merci di importazione, dal Nucleo antisofisticazione e sanità dei carabinieri (Nas) e da altri Corpi di polizia, nell’ambito di particolari attività di controllo nel settore agroalimentare.
Nel biennio 2013-2014 la ricerca dei residui di prodotti fitosanitari è stata eseguita su un numero complessivo di 2.231 campioni con oltre 745.000 determinazioni. L’elaborazione dei dati ottenuti nel periodo considerato ha riguardato gli Organi prelevatori, le matrici analizzate, i principi attivi ricercati, la distribuzione dei residui, i principi attivi riscontrati, i campioni non regolamentari, il controllo delle merci all’importazione.
Le indagini effettuate dal Polo di Specializzazione Alimenti hanno riguardato i prodotti di origine vegetale quali frutta, ortaggi, legumi, cereali e loro derivati, vino, olio, altri prodotti derivati, compresi quelli provenienti da agricoltura biologica e gli alimenti per l’infanzia per i quali i limiti sono più restrittivi data la grande attenzione riservata nel merito dalla Comunità europea.
La matrice frutta è stata quella maggiormente campionata e la matrice frutticola maggiormente analizzata è stata l’uva.
Il numero di principi attivi ricercati dal laboratorio chimico del Polo di Specializzazione Alimenti è andato progressivamente aumentando negli anni e a fine 2014 è quasi triplicato rispetto al 2011, arrivando a n. 346.
Ora i campioni analizzati possono risultare «senza residui» se hanno dato un risultato, per ciascun principio attivo ricercato, inferiore al limite di quantificazione (Loq) che rappresenta la minima concentrazione di analita quantificabile tramite una procedura analitica, «con residui», ossia «positivi» se viene riscontrata la presenza di residui a livelli di concentrazione maggiore del Loq, campioni «non conformi» se presentano concentrazioni superiori al Limite massimo di residuo (Lmr) definito dalla normativa vigente (Reg. CE 396/05 e s.m.i.).
Nel Rapporto sono stati analizzati complessivamente 871 campioni di Frutta di cui 236 (27%) senza residui e 635 (73%) con presenza di residui, 642 campioni di Ortaggi di cui 341 (53%) senza residui e 301 (47%) con presenza di residui e 718 campioni di matrici Extra Ortofrutta di cui 562 (78%) senza residui e 156 (22%) con presenza di residui.
Per la Frutta risulta evidente l’elevata percentuale di campioni che presentano residui: il 68,5% nel 2013 e il 77,8% nel 2014. Inoltre si riscontra una elevata percentuale dei campioni che presentano residui di più di 4 sostanze contemporaneamente presenti e questo relazionabile al fatto che per i frutti esistono cicli vegetativi più lunghi ed un maggior numero di agenti infestanti e ciò determina la necessità di trattare ripetutamente gli alberi da frutto, sia durante la fioritura sia durante la fruttificazione e la fase post-raccolta.
Tra i principi attivi largamente utilizzati ritroviamo il Chlorpyrifos, un insetticida appartenente alla classe degli organo fosforici, a largo spettro di azione, non sistemico, ossia di quelli che non raggiungono i vasi linfatici, non entrando, pertanto, in circolo nella pianta.
Dallo studio risulta evidente come, negli anni, si sia verificato un aumento delle non conformità riscontrate con n. 6 campioni non conformi nel corso del 2013 e 14 campioni irregolari riscontrati nel 2014.
In definitiva i risultati del Rapporto sono evidenti ma necessitano di fare alcune considerazioni che partono col dire che il laboratorio del Polo di Specializzazione Alimenti di Bari, utilizza metodi validati ed accreditati e da diversi anni effettua il controllo chimico degli alimenti prelevati nell’ambito dell’intero territorio regionale, controlli relativi ai Residui di prodotti fitosanitari che nel biennio considerato hanno riguardato un numero maggiore di campioni (soprattutto di oli), tenuto conto della realtà della regione caratterizzata da una forte vocazione agricola e un numero più ampio di principi attivi ricercati e questo in risposta alle richieste ministeriali derivanti da specifiche indicazioni di programmi comunitari.
I campioni appartenenti alla classe Frutta evidenziano una elevata percentuale di positività, in media circa il 70%, ma, per le concentrazioni riscontrate, i campioni positivi risultati non conformi alla normativa vigente sono poco più dell’1%.
Per la classe Ortaggi è risultata mediamente più bassa la percentuale delle positività, circa il 47%, mentre la percentuale delle irregolarità si attesta intorno al 3,6%.
Il rapporto inoltre evidenzia come la presenza contemporanea di più residui sullo stesso alimento, anche se rientranti nei Limiti massimi legali (Lmr), è piuttosto ricorrente in molti prodotti di largo consumo (frutta, ortaggi, vino e olio), costituenti importanti della tanto consigliata dieta mediterranea, nonché prodotti tipici della nostra regione. Una considerazione a tal proposito è che i dati ottenuti sull’uva sono indicativi di trattamenti che vedono l’utilizzo di più principi attivi sulle singole partite, piuttosto che l’utilizzo di uno solo in quanto si rischierebbe il superamento del Lmr.
È innegabile che siano aumentati, rispetto agli anni precedenti, il numero di irregolarità riscontrate per la presenza di residui sui prodotti ortofrutticoli ma questo si spiega col fatto che è aumentato il numero di campioni controllati ed il numero dei principi attivi ricercati: «… più si cerca, più si trova …» e comunque i risultati ottenuti evidenziano che le percentuali di irregolarità in media riscontrate in Puglia sul controllo dei residui nel biennio 2013-2014 sono in linea con quanto riscontrato a livello europeo e sul territorio nazionale.
Certamente è importante continuare a mantenere elevato il livello di efficacia dei controlli al fine di assicurare un altrettanto elevato livello di tutela della salute dei consumatori.
Certamente la chimica invasiva in agricoltura deve essere emarginata auspicando un ritorno ad un modo di fare agricoltura che rispetti i tempi, le tipicità degli alimenti… e ovviamente chiedere al consumatore se è pronto a non mangiare più zucchine, peperoni, mandarini per tutto l’anno.
Ma per avviare un percorso che sia virtuoso dobbiamo saldamente rimanere legati alla verità e non raccontare menzogne per qualche like in più.
La vera informazione scientifica parte dalla lettura della scienza, una lettura affidabile, neutra, che parli però parole semplici alla portata di tutti, forse una delle difficoltà più grandi della comunicazione, e che abbia come obiettivo solo quello di diffondere, a quanta più gente possibile, sapere.