Ha chiesto l’ausilio della regione, a cui mancava il record con il «bollino verde», ma che già si era aggiudicata da tempo quello nella preparazione scolastica dei bambini delle scuole primarie. Modello didattico che tutti ci invidiano
Quale immenso onore: la Cina ieri, in occasione del Seminario Green Technologies, cooperazione italo-cinese realizzato in collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e la Tongji University, ha letteralmente chiesto l’aiuto dell’Italia per ridurre in maniera drastica le proprie emissioni inquinanti di natura industriale. Per essere esatti, ha chiesto l’ausilio della nostra Emilia Romagna, regione a cui mancava il record con il «bollino verde», ma che già si era aggiudicata da tempo quello nella preparazione scolastica dei bambini delle scuole primarie. Modello didattico che tutti ci invidiano.
Nuove e severe regole di rispetto ambientale si prospettano all’orizzonte della produzione industriale mondiale e chi vorrà far parte delle potenze che detengono la ricchezza dell’intero globo a botte di Pil, dovrà moderare le proprie emanazioni chimiche velenose e mettersi obbligatoriamente alla pari con tutti gli altri. Pena l’esclusione dal grande giro.
Già l’ultima Direttiva sulle emissioni industriali approvata in seconda lettura dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo ha posto in equilibrio il primo mattoncino del notevole muro pensato in nome del rispetto ambientale.
Gli Stati membri avranno la possibilità di applicare in modo flessibile queste nuove e più severe regole solo se il livello complessivo di protezione ambientale sarà mantenuto invariato. Per evitare che tale duttilità porti a una disapplicazione arbitraria e speculativa dei nuovi parametri, ogni decisione di questo tipo dovrà essere seguita da una valutazione d’impatto.
«Nonostante la riduzione delle emissioni realizzata nel Vecchio Continente nel corso degli ultimi decenni, l’attività industriale resta infatti una delle principali fonti di emissioni inquinanti. La Commissione ha perciò avanzato una proposta che mira a unificare le sette direttive esistenti relative all’inquinamento industriale, tra le quali quella sulla prevenzione e la riduzione integrata dell’inquinamento (direttiva Ippc), che riguarda circa 52.000 impianti(fonte Energia 24)».
Tornando alla cooperazione tra Cina ed Emilia Romagna, un evento straordinario ha appena suggellato questo nuovo sodalizio che si spera possa, un giorno non lontano, riguardare anche il lato culturale e non solo industriale tra questi due mondi solo apparentemente lontani.
Concetto sottolineato anche dal governatore emiliano Vasco Errani proprio durante l’inaugurazione dell’area Emilia-Romagna nel «Padiglione Italia» all’Expo di Shanghai 2010.