Emodnet, la chiave per operare in mare

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foto di P. Catino
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È la porta d’ingresso per i dati marini in Europa, un bene prezioso il cui accesso rapido alle informazioni che siano affidabili e precise è di vitale importanza per affrontare le minacce dell’ambiente marino. Informazioni necessarie per garantire lo sviluppo delle politiche e della legislazione per proteggere le aree vulnerabili delle nostre coste e degli oceani e comprendere le tendenze e i cambiamenti futuri

Si è svolta a Roma la giornata informativa sul Progetto Emodnet (European marine observation and data network) – Geology, progetto finanziato dalla Direzione generale degli Affari marittimi e della pesca della Commissione europea (D.G. Mare) avente come obiettivo quello di assemblare e rendere disponibili i dati geologici esistenti dei mari europei.
Il progetto giunto ormai alla conclusione della sua seconda fase, ha come referente italiano e coordinatore del task «Geological events and probabilities» che include vulcani, terremoti, frane, tsunami, emissioni fluide e tettonica il Servizio Geologico d’Italia.

Ma che cosa è Emodnet?
Emodnet è la porta d’ingresso per i dati marini in Europa, un bene prezioso il cui accesso rapido alle informazioni che siano affidabili e precise è di vitale importanza per affrontare le minacce dell’ambiente marino.
Informazioni necessarie per garantire lo sviluppo delle politiche e della legislazione per proteggere le aree vulnerabili delle nostre coste e degli oceani e comprendere le tendenze e i cambiamenti futuri.
Un lavoro quello della raccolta e accesso ai dati che in Europa è stato fatto in maniera frammentaria per molti anni, studi fatti per scopi specifici e concentrati sulla soddisfazione delle esigenze di organizzazioni pubbliche e private che spesso hanno agito separatamente isolandone i risultati.
Emodnet fornisce l’accesso ai dati marini europei attraverso sette temi principali: la batimetria, la geologia, gli habitat dei fondali marini, la chimica, la biologia, la fisica, le attività umane.
Per ciascuno di questi temi, sono stati creati archivi di dati gestiti da organizzazioni locali, nazionali, regionali e internazionali, dati che possono essere consultati e utilizzati da tutti e che sono di vitale importanza per le industrie marine, gli organi decisionali e la ricerca scientifica in quanto permettono di attivare la pianificazione dello spazio marino, ridurre l’incertezza nella conoscenza, migliorare l’efficienza ed i costi di raccolta dei dati marini a fini operativi e di pianificazione, stimolare la concorrenza e l’innovazione nei settori marittimi.

Un progetto che è attualmente in fase di sviluppo e che ha come obiettivo quello di essere pienamente implementato entro il 2020.
L’infrastruttura di dati Emodnet si sviluppa, infatti, attraverso un approccio graduale in tre fasi principali. Avviato nel 2009, Fase I (2009-2013) sviluppando un prototipo (la cosiddetta ur-Emodnet) con copertura di una selezione limitata di bacini marittimi, parametri e dati prodotti a bassa risoluzione, attualmente ha terminato la sua II Fase di sviluppo (2013-2016), che ha avuto come scopo quello di passare ad un prototipo di un servizio operativo con una copertura completa di tutti i bacini marittimi europei, una più ampia selezione di parametri e dei dati prodotti a media risoluzione.
Il progetto si sviluppa poi in una Fase III (2016-2020) in cui si lavorerà a fornire una mappa digitale multi-risoluzione senza soluzione di continuità delle acque europee con dati, a più alta risoluzione possibile, accompagnati da informazioni tempestive sulle caratteristiche fisiche, chimiche e stato biologico della colonna d’acqua sovrastante, nonché le previsioni oceanografiche.
Durante la giornata di approfondimento è stato discusso anche il workpackage (wp) 6 – Geological events and probabilities «Eventi geologici: tettonica, vulcani, frane» a cura di Cristina Muraro, Felicia Papasodaro, Letizia Vita dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che include una serie di fenomenologie presenti nei mari europei, identificate e mappate nell’ambito di vari progetti nazionali e regionali, disponibili in letteratura. Gli eventi considerati sono stati le frane sottomarine, i terremoti, le strutture vulcaniche, la tettonica, gli tsunami, le emissioni fluide di origine non vulcanica. L’obiettivo del gruppo di lavoro è quello di identificare e rappresentare cartograficamente gli eventi geologici significativi, anche al fine di fornire informazioni utili per future valutazioni sulla probabilità di occorrenza degli eventi.
Il wp6 dataset è costituito da differenti shapefile per ogni evento; la scala di riferimento è 1:250,000. Per ciascuna tipologia di evento è stata elaborata, con il contributo di tutti i partner europei, una tabella degli attributi, necessaria per indicarne le diverse caratteristiche.
Informazioni rilevanti, che non rientrano negli attributi della tabella, possono essere inserite nel campo dei commenti come anche è presente una bibliografia completa per identificare facilmente la fonte dei dati raccolti.

Per i quattro strati informativi: Tettonica, Vulcani, Emissione fluide non vulcaniche e Frane sottomarine del wp6, è stato raccolto un gran numero di occorrenze con relative informazioni, armonizzate a livello europeo.
Non tutti gli eventi, però, sono stati identificati e i dati forniti risultano talora non completamente omogenei e completi, soprattutto in considerazione della eterogeneità dei contributi forniti e i motivi possono essere ricercati in differenti approcci di studio, difficoltà di elaborazione dei dati preesistenti e totale indisponibilità di dati per alcune aree.
Per il futuro si auspica un infittimento dei dati laddove possibile con un incrocio delle informazioni dei differenti strati informativi per lo sviluppo di ulteriori prodotti tematici, soprattutto finalizzati alle valutazioni sulla probabilità di occorrenza degli eventi.
Una giornata intesa a informare la comunità scientifica dei geologi italiani sui risultati conseguiti nel corso del Progetto, sull’armonizzazione e disponibilità delle informazioni di geologia marina e sui possibili sviluppi futuri a vantaggio di tutti gli utenti, sviluppo che è stato stimato possa far risparmiare almeno un miliardo di euro l’anno, oltre ad aprire nuove opportunità per l’innovazione e la crescita.