Una cattedrale vegetale

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Il sogno apparteneva a Giuliano Mauri, scomparso nel 2009 che progettò una struttura in 5 navate e 42 colonne, costruita con 1.800 pali di abete, 600 rami di castagno, 6mila metri di rami di nocciolo e 42 piante di faggio

Una cattedrale nel verde invece del solito deserto, anzi per la precisione una chiesa vegetale fatta di rami, foglie e tronchi d’albero in costruzione sulle Alpi. «È la realizzazione di un sogno» spiega Paola Tognon, curatrice del progetto della «cattedrale vegetale» e il sogno apparteneva a Giuliano Mauri, scomparso nel 2009 che progettò una struttura in 5 navate e 42 colonne, costruita con 1.800 pali di abete, 600 rami di castagno, 6mila metri di rami di nocciolo e 42 piante di faggio.

La cattedrale vegetale di Giuliano verrà inaugurata sabato prossimo sul monte Arera, nella Val Brembana, in provincia di Bergamo e sarà come se il sogno diventasse realtà, il sogno di un’architettura che supera l’antica opposizione tra artefatto e prodotto naturale

Giuliano sognava di fare cattedrali dove la relazione fra opera e natura fosse pienamente espressa, nel 2008 insieme a Paola arrivò ad una radura sul monte Area, un luogo che sembrò ideale spiritualmente intenso, appartato, ma anche visibile dalle alture circostanti e soprattutto ottimo per far crescere i faggi.

Infatti, la particolarità di questo progetto è che all’interno delle 42 colonne che formeranno la cattedrale sono stati piantati degli alberelli di faggio che cresceranno negli anni e andranno a formare la volta di questa cattedrale.

Non ci sono altari, non c’è un ingresso, non c’è un unico punto di vista, non c’è una porta. Si può accedere da tutti i lati perchè è un luogo naturale. Nelle volontà dell’artista si prevede che questo luogo diventi una sorta di teatro naturale per eventi che si legano all’arte, alla creatività. E proprio seguendo quest’idea, l’inaugurazione della «cattedrale vegetale» sarà celebrata da un concerto di ottoni. Al momento, non sono previste funzioni religiose. (R. V. G.)