Il cervello quantico e la comunicazione di biofotoni

2305
amore cervello
Tempo di lettura: 2 minuti

I biofotoni sono quanti di luce a bassa energia prodotti in tutto i sistema biologico vivente dalla separazione di cariche elettriche (spark). I biofotoni facilmente si sovrappongono (entanglement) creando campi di trasmissione di informazione a distanza che il cervello può modulare agendo come un computer quantistico per realizzare la nostra capacita di simulare immagini e di pensare (1), (2), (3)

Le limitate logiche del paradigma meccanico della scienza hanno permesso di accettare la arbitraria separazione cartesiana tra «Pensiero (Res Cogitans) e Materia (Res Extensa)», dualismo che ancora oggi appartiene ad una modalità di ragionare antiquata. (4)
Infatti nel cervello oltre a segnali elettrici e chimici, si propagano nei neuroni del cervello, i «biofotoni», i quali guidano attraverso le tubuline (microtuboli-proteici le attivita metaboliche dei mitocondri di ogni neurone. In particolare la interazione di «bio-fotoni – mitocondriali» con microtubuli, genera situazioni di «entanglement quantistico», con il quale si trasformano i bio-fotoni in campi di energia di informazione capaci di sincronizzare a distanza (mediante un’azione Non Locale), le attività cerebrali più complesse come il pensiero. A tal proposito molteplici studi recenti hanno dimostrato che bio-fotoni possono svolgere un ruolo chiave nelle attività neurali di elaborazione delle informazioni ed in particolare che i bio-fotoni neuronali possono essere coinvolti nelle attivita quantistiche del cervello nella formazione di campi di informazione non locali. (5)
Pertanto è di rilevante importanza la emissione di bio-fotoni nel cervello vista in relazione alle capacità relative di sviluppo della intelligenza negli esseri viventi. (6)
Un interessante studio, correla la emissione di bio fotoni nel cervello degli animali (rana toro, topo, pollo, maiale e scimmia) che è indicativa della strategia evolutiva della natura che ha permesso agli esseri umani di sviluppare una intelligenza creativa superiore a quella di altri esseri viventi sulla Terra.
Questa importante ed interessante ricerca sulla emissione di bio-fotoni, che è stata eseguita analizzando la frequenza dei biofotoni emessi da sezioni di cervello di vari animali, denota come sia possibile evidenziare le differenze di comunicazione di segnale neurale dei bio-fotoni, in quanto esso presenta uno spostamento graduale («redshift spettrale»), tra le sezioni di cervello degli animali posti in osservazione (in ordine di toro, topo, pollo, maiale e scimmia), che aumenta di frequenza fino a una lunghezza d’onda nel vicino infrarosso (~865 nm). La stessa sperimentazione su fette di cervello umano è proibita da motivi etici, ma evidentemente è possibile estrapolare che la più evoluta intelligenza degli esseri umani abbia una componente non trascurabile nella emissione di uno spettro bio-fotoni che si colloca nelle frequenze del visibile.
Purtroppo ancora la comunicazione dei segnali bio-fotonici neuronali e la capacità di sviluppo della intelligenza creativa in relazione di elaborazione delle informazioni quantistiche nel cervello umano è in gran parte disconosciuta, ciò malgrado il progressivo impegno di Egocreanet nel diffondere l’innovazione concettuale e culturale di questo importante settore delle relazioni evolutive tra cervello e creatività. In particolare la relazione tra biofotoni-entangled e lo sviluppo del pensiero e quindi della intelligenza creativa dell’uomo, non trova ancora particolare attenzione scientifica e culturale di coloro (artisti e scienziati e imprenditori e politici ) che ancora si prodigano nel mantenere inalterate le cognizioni meccaniche-lineari, in vero ormai obsolete, mentre professano la necessità di dare sviluppo alla creatività e l’innovazione per realizzare un futuro migliore.(7)

Biblio on line

(1) Quantum Brain
(2) Cervello e percezione
(3) Entanglemenr/Disentanglemnt
(4) Dualismo Cervello/Mente
(5) Biofotoni e mitocondri
(6) Biofotoni cerebrali ed intelligenza
(7) Scienza, Arte

 

Paolo Manzelli, Director of LRE/EGO-CreaNet – University of Florence