Per le due Associazioni l’industriale romagnolo meriterebbe il premio Attila per il disastro ambientale che il suo gruppo sta attuando sulle zone umide sipontine
Francesco Amadori riceverà un riconoscimento in occasione del XVII premio Argos Hippium «per aver creduto nelle potenzialità del territorio dauno».
Il Centro studi naturalistici Onlus e il Wwf di Capitanata ritengono che tale premio sia assolutamente immeritato in quanto il gruppo Amadori si sta rendendo responsabile della distruzione della zona umida di San Floriano in agro di Zapponeta, come già denunciato nel gennaio del 2009.
Infatti il gruppo industriale proprietario della Riserva di Valle San Floriano (istituita nel 1983 con una superficie originaria di 464 ettari), lentamente sta trasformando e bonificando la zona umida in campi coltivati, conseguendo un enorme vantaggio economico a scapito del patrimonio naturalistico della Capitanata.
La Valle San Floriano è un sito chiave nel Mediterraneo per la conservazione di habitat e specie fra le quali la Moretta tabaccata, una delle anatre più rare d’Europa. Per questi motivi l’area in questione è stata designata dall’Unione europea all’interno della Rete Natura 2000 come Sito d’importanza comunitaria (Sic) nonché come Zona di protezione speciale (Zps), alla luce degli articoli 1-2-4 della Direttiva 79/409 denominata «Direttiva Uccelli» e della Direttiva 92/43 «Habitat». L’Italia, e quindi anche la Regione Puglia, in qualità di Stato membro ha l’obbligo di adoperarsi per evitarne il degrado, impedendo che vengano messi a repentaglio gli obiettivi delle Direttive stesse per la tutela di specie e habitat.
Nonostante i ripetuti appelli a lui rivolti per fermare lo scempio, nonostante le migliaia di firme raccolte contro il disastro e l’accorato intervento di Fulco Pratesi, fondatore del Wwf Italia, Amadori non si è fermato.
Per queste ragioni il Centro studi naturalistici e il Wwf di Capitanata, ritenendo che credere nelle potenzialità di un territorio significa valorizzare le sue peculiarità senza distruggere i suoi valori naturalistici, stigmatizzano la scelta degli organizzatori del premio, ribadiscono la richiesta di sospendere la trasformazione agraria della zona umida e chiedono l’immediato ripristino ambientale degli ecosistemi naturali distrutti. L’alternativa sarebbe l’ennesima procedura d’infrazione da parte della Commissione europea e la comminazione di pesantissime multe a carico dell’Italia e della Regione Puglia che graveranno sulle tasche dei cittadini Dauni e sulla coscienza di Francesco Amadori.
(Fonte Centro studi naturalistici)