Pesticidi nelle acque, pronto il manuale Ispra

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Un rapporto che ha come obiettivo quello di individuare eventuali effetti negativi non previsti nella fase di autorizzazione delle sostanze e non adeguatamente controllati nella fase di utilizzo, di fornire informazioni sulla qualità delle risorse idriche rispetto alla contaminazione da pesticidi e di seguirne l’evoluzione

È stato pubblicato il Manuele Guida «Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque. Indicazioni per la scelta delle sostanze» redatto dall’Istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra).
L’Ispra, nell’ambito del monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle acque, svolge una funzione di coordinamento e indirizzo tecnico-scientifico nei confronti di Regioni e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente.
Un documento che amplia e aggiorna le informazioni utili per la scelta delle sostanze da considerare nella programmazione del monitoraggio, informazioni che riguardano le sostanze rilevanti individuate dalla normativa comunitaria e nazionale, i dati di vendita, la pericolosità, i dati di monitoraggio e le indicazioni ottenute con l’utilizzo di indici di previsione dell’esposizione.
Un documento che inoltre tratta il tema dei prodotti di degradazione, tuttora poco considerati nei programmi di monitoraggio e affronta in via preliminare anche il tema della priorità per i sedimenti.
Viene presentata poi la problematica delle miscele, per i possibili effetti cumulativi, di cui si dovrebbe tener conto nella programmazione del monitoraggio.
Un rapporto che ha come obiettivo quello di individuare eventuali effetti negativi non previsti nella fase di autorizzazione delle sostanze e non adeguatamente controllati nella fase di utilizzo, di fornire informazioni sulla qualità delle risorse idriche rispetto alla contaminazione da pesticidi e di seguirne l’evoluzione.
Ma facciamo un po’ di… normativa.
Il Piano di azione nazionale (Pan), previsto dalla direttiva 2009/128/CE sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, e adottato con il decreto 22 gennaio 2014, D.M. 35/2014, definisce i compiti e le scadenze per la realizzazione del monitoraggio.
La normativa per la tutela delle acque, direttiva quadro acque (Dqa), Dir. 2000/60/CE e direttive figlie, stabilisce i criteri per lo sviluppo delle reti e per l’esecuzione del monitoraggio e fissa limiti di qualità ambientale delle sostanze.
I pesticidi, dal punto di vista normativo, si distinguono in prodotti fitosanitari, Reg. CE 1107/2009, utilizzati in agricoltura, e biocidi, Reg. UE 528/2012, impiegati in vari campi di attività (disinfettanti, preservanti, pesticidi per uso non agricolo, ecc.).
Spesso i due tipi di prodotti utilizzano gli stessi principi attivi.
Essendo concepiti per combattere organismi considerati nocivi, possono essere pericolosi per gli organismi viventi in generale. In funzione delle caratteristiche molecolari, delle condizioni di utilizzo e di quelle del territorio, infatti, possono migrare e lasciare residui nell’ambiente e nei prodotti agricoli, con un rischio per l’uomo e per gli ecosistemi.
Un monitoraggio che risulta complesso e oneroso a causa del grande numero di sostanze e delle aree interessate dall’uso ma che ha visto negli anni un’evoluzione positiva con un’estensione della rete di campionamento, un aumento delle sostanze cercate e un miglioramento delle prestazioni dei laboratori.
Rimane ancora una disomogeneità fra le regioni del nord e quelle del centro-sud, dove il monitoraggio è generalmente meno rappresentativo avendo comunque di base la necessità di un aggiornamento continuo dei programmi di monitoraggio e questo per tenere conto delle nuove sostanze che concorrono a determinare la possibilità di contaminazione delle acque e conseguentemente il rischio per l’uomo e per il suo ambiente.
E a tal scopo è necessario tenere conto delle quantità utilizzate, delle caratteristiche che determinano il destino delle sostanze nell’ambiente e delle loro proprietà (eco)tossicologiche.
In definitiva, un ausilio alla pianificazione del monitoraggio, che non può prescindere comunque da un giudizio esperto affidato alla competenza dei responsabili regionali che hanno il compito di individuare, nell’elenco nazionale, le sostanze rilevanti nei diversi ambiti territoriali e questo considerando i dati di utilizzo dei prodotti fitosanitari a livello regionale.

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