Primo mese in orbita e prime foto del pianeta. Tra i molti test da compiere, molti riguardano biomedicina, fisiologia, scienza dei materiali e fisica. Sono stati realizzati da diversi istituti e consorzi di ricerca italiani, sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana (Asi)
È già lavoro intenso per Paolo Nespoli, dopo le prime settimane trascorse in orbita nel corso della sua missione di lunga durata battezzata Vita, iniziata lo scorso 28 luglio con il perfetto lancio dal cosmodromo di Bajkonur, in Kazakhstan.
Giornate (spaziali) intense, fatte di lavoro scientifico a bordo di quello che lo stesso Paolo definisce come il «più incredibile e straordinario laboratorio scientifico mai realizzato dall’uomo».
Ma giornate intense, fatte anche di collegamenti con la Terra (la prima conference call è del 1° agosto), e poi le prime straordinarie immagini del nostro pianeta, compreso uno scatto della nostra penisola (che vi proponiamo nell’immagine) che Paolo ha scattato pochi giorni fa.
Molte immagini, che non possono che giungere da un astronauta che nella sua precedente spedizione del 2011 ricevette premi e riconoscimenti internazionali per le sue attività di documentazione fotografica dallo spazio, e per aver scattato alcune tra le più belle immagini della Stazione Spaziale per intero. Attraccato ad essa c’era ancora lo Space Shuttle, quello della penultima missione del programma, che portò lassù anche Roberto Vittori…
L’astronauta italiano dell’Esa, come detto, sarà impegnato personalmente in 11 esperimenti scientifici, e parteciperà al lavoro di altri esperimenti in orbita. A bordo della Stazione Spaziale ve ne sono circa 200, e tutti gli astronauti (sei in tutto della Expedition 52-53) saranno in qualche modo impegnati anche su altri esperimenti a loro non assegnati in modo specifico.
Tra i molti test da compiere, molti riguardano biomedicina, fisiologia, scienza dei materiali e fisica. Sono stati realizzati da diversi istituti e consorzi di ricerca italiani, sotto il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). Ecco i test su cui lavorerà Paolo Nespoli.
Perseo. È un giubbetto anti-radiazioni pieno d’acqua ideato dall’Università di Pavia e Thales Alenia Space. Nespoli sarà incaricato di provarlo per dimostrare la sua efficacia come scudo contro le radiazioni cosmiche e poterlo eventualmente sfruttare in caso di brillamento solare, la violenta eruzione di materia proveniente da una stella in grado di sprigionare un’energia equivalente a decine di milioni di bombe atomiche.
Orthostatic Tolerance. È un programma di allenamento fisico per prevenire problemi scheletrici e cardiocircolatori degli astronauti guidato da Irccs San Raffaele Pisana di Roma. Il programma consente agli astronauti di mitigare i disturbi legati alla microgravità e al successivo ritorno sulla Terra.
Nanoros. È il progetto ideato dall’Istituto italiano di tecnologia per studiare i possibili effetti antiossidanti delle nano particelle e uno dei 4 inseriti sotto il nome di Asi Biomission. Si occuperà di analizzare le cellule cardiache in orbita per capire se le nanoparticelle di ossido di cerio siano in grado di guarirle. Gli altri tre progetti Asi Biomission, caratterizzati dall’aspetto medico-fisiologico sono Corm, ideato dall’Università di Firenze, analizzerà i danni subiti dalle cellule della retina in microgravità testando su di esse le proprietà anti-apoptotiche del coenzima Q10 (conoscenze che saranno utili negli studi contro il glaucoma e la degenerazione maculare senile).
Myogravity, dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, testerà le cellule muscolari di Nespoli in orbita e a Terra in microgravità simulata, con l’obiettivo di studiare le cause della degenerazione cellulare degli astronauti, o di chi è affetto da atrofia muscolare. Infine Serism, del Campus Bio-Medico di Roma, studierà il comportamento delle cellule staminali presenti nel sangue per analizzarne le capacità di rigenerazione in orbita.
In-Situ è un mini laboratorio di analisi biomediche portatile ideato dall’Università di Bologna e pensato per monitorare lo stato di salute degli astronauti grazie alla composizione della loro saliva. Il mini lab analizzerà 9 diversi parametri fisiologici tra cui il livello di cortisolo, che indica il livello di stress a bordo. Nespoli dovrà semplicemente masticare un pezzo di cotone e i suoi parametri verranno analizzati direttamente sulla Terra.
Mini-Euso è un telescopio che ha lo scopo di monitorare le emissioni notturne in banda ultravioletta, di origine terrestre, atmosferica e cosmica, e realizzare la prima mappa notturna nell’ultravioletto del nostro pianeta. Verranno indagati fenomeni come i raggi cosmici, la bioluminescenza, i micrometeoriti e i fulmini nell’alta atmosfera.
Aramis è un’app di realtà aumentata per iPad, sviluppata da Thales Alenia Space e Altec di Torino, che aiuterà gli astronauti con le operazioni di manutenzione a bordo della Stazione Spaziale, aumentando così le ore da dedicare agli altri esperimenti.
Lidal, ideato dall’Università di Roma Tor Vergata e dall’Infn, è un sistema per monitorare il flusso di radiazioni cosmiche che investiranno la stazione spaziale internazionale. Seppur non pericolosa, infatti, a bordo della Iss vi è una quantità di radiazione mille volte superiore a quella che c’è sulla Terra.
Multi-Trop è un esperimento dell’Università Federico II di Napoli, studierà come si comportano le radici delle piante in microgravità una volta germinate dal seme.
E poi Arte, un esperimento per lo scambio di flusso del calore a bordo della Iss, realizzato dai giovani ingegneri di Argotec, con sede a Torino. Gli stessi che hanno realizzato la celebre «macchina del caffé» che da tre anni fa da «bar» sulla Stazione spaziale.