Gli incontri dovevano servire per rendere i documenti più snelli e leggibili ma si sta ottenendo il risultato opposto con il rischio che al 2012, con la scadenza del protocollo di Kyoto, si finisca in un vuoto normativo che danneggia tutti. Istituita una nuova commissione
Continuano a Bonn le riunioni intersessionali dei due gruppi negoziali che discutono un futuro accordo mondiale onnicomprensivo nell’ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, Unfccc). Essenzialmente due sono i gruppi di lavoro: uno sugli ulteriori impegni dei Paesi che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto (Ad hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol, Awg-Kp); e l’altro sulle azioni di cooperazione di lungo periodo nel quadro della Convenzione (Ad hoc Working Group on Long-term Cooperative Action under the Convention, Awg-Lca).
Ieri è stato istituito un nuovo gruppo, quello sulle Materie Legali. Il Gruppo, partendo dalla proposta del Segretariato Unfccc, ha il compito di esaminare le diverse opzioni legali per evitare un «gap» normativo alla scadenza del protocollo di Kyoto e per dare legittimità e continuità alle azioni di cooperazione internazionale per lo sviluppo pulito intraprese o in essere nell’ambito dei meccanismi flessibili. Il Gruppo è libero di proporre anche soluzioni diverse da quelle proposte dal Segretariato Unfccc.
Quello che lascia un po’ perplessi è la politica del gambero che si sta evidenziano.
I delegati del Gruppo Agw-Lca stanno lavorando a sistemare il testo. La cosa curiosa però è che si sta lavorando sul testo proposto dalla presidenza, un testo molto snello (40 pagine circa), perché il vecchio testo era diventato praticamente illeggibile (180 pagine), le discussioni, la proliferazione delle proposte e qualche polemica sta portando di nuovo ad una espansione spropositata del documento della Presidenza.
Ieri il sottogruppo che si occupa della «mitigazione» ha modificato tre pagine del testo della presidenza facendole diventare ben 11 pagine. Nel gruppo dove si lavora sugli «strumenti finanziari e tecnologici», dove ci sono forti divergenze di vedute su chi e come deve gestire i fondi, la proliferazione delle proposte potrebbe portare l’espansione del testo a livelli impressionanti. Insomma, stiamo tornando ai livelli pre-Copenhagen e, di questo passo, si rischia davvero di non fare in tempo ad evitare che al 2012, con la scadenza del protocollo di Kyoto, si finisca in un vuoto normativo che danneggia tutti.
Quindi, nonostante gli sforzi della presidente del gruppo di lavoro Agw-Lca: la signora Mukahanana-Sangarwe dello Zimbawe, per rendere il testo sintetico e leggibile, e nonostante le esortazioni del nuovo Segretario Esecutivo Unfccc di collaborare fattivamente e di far presto perché a Cancun si arrivi a quelle decisioni che non sono state prese a Copnhagen, tutto sta tornando come prima (cioè un anno e due anni fa).
Ecco i lavori in sintesi
Gruppo Agw-Kp
Si sta lavorando sui nuovi impegni di riduzione delle emissioni al 2020 e a come raccordare gli obblighi del protocollo di Kyoto attualmente in vigore con i nuovi obblighi che, per come sono stati presentati sono del tutto eterogenei (riduzioni riferite ad anni diversi, riduzioni che tengono conto in modo diverso delle emissioni e degli assorbimenti forestali o dell’uso del suolo, ecc.). Ma si sta lavorando anche sul raccordo fra crediti acquisiti in questo protocollo di Kyoto da far valere nel nuovo protocollo, così come di obblighi non mantenuti in questo protocollo da attuare (con o senza sanzioni) nel nuovo protocollo), ecc. Le maggiori discussioni riguardano però la parte «crediti» acquisibili dai «sink» ottenibili attraverso la forestazione, la riforestazione e l’uso del suolo.
Gruppo Agw-Lca
I tre sottogruppi che erano stati individuati stanno lavorando sul testo proposto dalla presidente: la signora Mukahanana-Sangarwe dello Zimbawe. Purtroppo, va evidenziato che, nonostante gli sforzi della presidenza per rendere sintetico il vecchio testo (che aveva superato le 180 pagine) per riportarlo ad un testo più snello e leggibile di non più di 40 pagine circa, si stanno rivelando vani.
Nel sottogruppo di lavoro sulla «mitigazione», esempio, sono sorte polemiche sugli impegni e l’entità degli impegni di lungo periodo e ciascuno dei delegati ha voluto inserire le sue idee e le sue visioni con il risultato che 3 (tre) pagine del testo della presidente sono diventate in meno di tre ore ben 11 pagine. E allo stesso livello di «esplosione» del testo si sta lavorando nelle pagine successive.
Situazione non diversa negli altri gruppi di lavoro. In quello sull’adattamento ci sono polemiche e punti di vista diversi sui Napa (piani nazionali di adattamento dei paesi più vulnerabili). Ma le polemiche più grosse sono nel sottogruppo riguardante gli strumenti finanziari e tecnologici dove ci sono visioni molto diverse su come acquisire i finanziamenti (comprese le questioni sulla tassazione delle emissioni), su come gestire le risorse finanziarie e soprattutto su chi dovrebbe gestire queste risorse. Anche qui la «esplosione» delle pagine di testo potrebbe essere elevatissima.
Nei corridoi
I commenti principali che aleggiano fra i delegati nei corridoi è che si sta tornano ad un anno fa, anzi forse anche a due anni fa, nello scrivere testi prolissi, contorti e del tutto illeggibili, come se nel frattempo non fosse successo nulla e Copenhagen non ci fosse stata. Ma soprattutto come se davanti ci fosse un tempo infinito, quando, invece, fra due anni scade il protocollo di Kyoto e si rischia di finire nel vuoto delle idee e delle coscienze, oltre che nel vuoto normativo. (V. F.)