Come è stata modificata la Protezione civile in Italia

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Un excursus normativo che vedrà, un anno dopo, la pubblicazione della Legge n. 119 del 15 ottobre 2013 che modificando nuovamente la Legge 225 del 1992 interviene sulla durata dello stato di emergenza, sugli ambiti di intervento delle ordinanze di protezione civile e sulla definizione delle risorse necessarie a far fronte alle emergenze e, successivamente, l’approvazione della Legge delega al Governo del 17 marzo 2017 per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della Protezione civile

Si è svolta presso la sede della Regione Puglia l’incontro «L’informazione di protezione civile in emergenza» una giornata informativa per giornalisti e addetti stampa. Un evento che ha fatto da apripista alla Esercitazione Seismec Bat 2017, esercitazione organizzata dalla Sezione Protezione civile, d’intesa con la Prefettura della Provincia Barletta-Andria-Trani (Bat) e in collaborazione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile, in attuazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al «Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico».
Una giornata che ha visto dopo i saluti istituzionali l’apertura dei lavori con la presentazione dell’Organizzazione operativa del sistema di Protezione civile a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.
Nella giornata è stata anche trattata la Legge n. 100 del 12 luglio 2012 che modifica e integra la Legge n. 225 del 1992, istitutiva del Servizio nazionale di Protezione civile. Una legge che riconduce le attività della Protezione civile al nucleo originario di competenze definito dalla legge 225 del 1992, dirette principalmente a fronteggiare le calamità e a rendere più incisivi gli interventi nella gestione delle emergenze ribadendo il ruolo di indirizzo e coordinamento del Dipartimento della Protezione civile, delle attività delle diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale.
Una legge che va a toccare, tra gli altri, alcuni temi chiave per tutto il sistema: la classificazione degli eventi calamitosi, le attività di protezione civile, la dichiarazione dello stato di emergenza e il potere d’ordinanza andando a ridefinire la prima fase dell’emergenza, ponendo l’accento sul «fattore tempo», andando a risolvere meglio il concetto di «superamento dell’emergenza» e questo accanto alle attività di «previsione e prevenzione dei rischi» e di «soccorso delle popolazioni».
Un excursus normativo che vedrà, un anno dopo, la pubblicazione della Legge n. 119 del 15 ottobre 2013 che modificando nuovamente la Legge 225 del 1992 interviene sulla durata dello stato di emergenza, sugli ambiti di intervento delle ordinanze di protezione civile e sulla definizione delle risorse necessarie a far fronte alle emergenze e, successivamente il 17 marzo 2017, l’approvazione della Legge delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale e coordinamento della Protezione civile.
Durante la giornata si è affrontato anche il tema, così come da nome del convegno, della comunicazione di Protezione civile con l’esperienza e la testimonianza di due giornalisti relativa al terremoto in Centro Italia. Una testimonianza importante che ha permesso di mettere in luce quelle che sono state le problematiche, le riflessioni, il rigore nella professione in un contesto difficile e occupando una posizione in prima linea affianco alla gente colpita.
A seguire, si è illustrata la questione della comunicazione di protezione civile sul territorio pugliese e successivamente si è mossi a visitare il Polo logistico, la Sala operativa integrata regionale e il Centro funzionale decentrato.
Perché il Dipartimento della Protezione Civile è una struttura preposta al coordinamento delle politiche e delle attività in tema di difesa e protezione civile occupandosi a livello nazionale della previsione, prevenzione, gestione e superamento di disastri, calamità, umane e naturali, di situazioni di emergenza e avendo come obiettivo principale la tutela delle persone e la salvaguardia del territorio.
L’Italia è un Paese ad alto rischio. Terremoti, alluvioni, frane, eruzioni vulcaniche, incendi. Rischi naturali a cui si sommano quelli legati alle attività dell’uomo, che contribuiscono a rendere più fragile il nostro territorio.
E parlando di rischi ritorna il 14 ottobre la settima edizione della campagna nazionale «Io non rischio, le buone pratiche di Protezione civile» giornata in cui circa 5mila volontari e volontarie di protezione civile appartenenti a oltre 700 organizzazioni allestiranno punti informativi «Io non rischio» nelle piazze dei capoluoghi di provincia per sensibilizzare i propri concittadini sul rischio sismico, sul rischio alluvione e sul maremoto.