La Sigea rimarca come l’unica vera tutela dei beni e delle vite umane e animali sia la prevenzione. Per contenere i danni indiretti causati dagli incendi che interferiscono con le dinamiche dei versanti è necessario cartografare, nell’ambito dei singoli bacini idrografici, le aree percorse dal fuoco e, a valle di queste aree non più protette dalla vegetazione, i potenziali elementi a rischio (strade, opere, aree urbanizzate)
5.145 gli incedi verificati in Regione Puglia nel periodo 15 giugno–15 settembre 2017 con una media giornaliera di 55 eventi.
Questi i dati forniti alla Società italiana di geologia ambientale (Sigea) dal lavoro di monitoraggio e censimento degli eventi effettuato dalla Sezione Protezione civile della Regione Puglia e registrati, dal sistema informatico denominato Sinapsi, in Sala operativa unificata permanente (Soup).
Di questi 5.145 incendi verificati il 18 % (923) rientra nella categoria degli incendi che hanno colpito i boschi (nel 2016 la percentuale è stata del 13% con 583 eventi) propriamente detti, il pascolo, la macchia mediterranea e anche il canneto-vegetazione ripariale, il 76% (3.918) delle segnalazioni ha coinvolto altre tipologie quali sterpaglia, alberature, colture agrarie, incolti e altro e il 6 % (304) ha rappresentato falsi allarmi.
Un’estate quella del 2017 che è stata caratterizzata in Puglia da anomalie termiche, con valori superiori alla media, e pluviometriche, è piovuto di meno rispetto alla media storica, fattori questi che hanno inciso considerevolmente sull’andamento degli incendi boschivi.
La «sterpaglia» risulta essere la tipologia più colpita, con ben 2.742 incendi e le motivazioni sono ascrivibili alla facilità di innesco che la sterpaglia ha rispetto agli altri combustibili vegetali ma soprattutto anche alla poca prevenzione fatta sui territori pugliesi (pulizia dei cigli stradali, delle banchine e delle cunette stradali).
Relativamente agli incendi boschivi, il cui dato relativo alla superficie media boscata percorsa dal fuoco per incendio è fornito dall’ex Nucleo Ispettivo del Corpo Forestale dello Stato, ora Carabinieri Forestali, il dato, seppur non ancora ufficiale, è di circa 12 ettari (dato da validare) per incendio.
Un andamento giornaliero degli eventi che evidenzia come ormai gli incendi si segnalano già ai primi di giugno, fuori Campagna Aib, e si mantengono costanti per tutti i mesi successivi (luglio e agosto) con i picchi, come per gli altri anni, registrati nel mese di luglio. Nel mese di settembre, anche quest’anno, si è registrato un calo del numero di incendi.
Anche dal confronto delle medie degli incendi nel 2017 con il periodo 2009/2016 si nota come il numero degli incendi abbia subito un incremento. Se però il confronto viene fatto con gli anni in cui si è avuto un andamento climatico simile il numero degli incendi del 2017 risulta inferiore e questo potrebbe essere dovuto anche al lavoro di pianificazione dei VVF e della Sezione Protezione civile che ormai da diversi anni hanno intensificato le attività di previsione e prevenzione.
E analizzando gli incendi da un punto di vista spaziale, si nota che la provincia più colpita è Lecce (1.617), seguita dalla provincia di Foggia (1.073), Bari (978), Taranto (831), Brindisi (333) e BAT (313).
Per misurare la gravità degli interventi gestiti è poi importante analizzare gli interventi suddivisi per codice chiusura dove per codice chiusura si intende il grado di difficoltà incontrato dalle squadre in campo nelle operazioni di spegnimento. Il 21% degli incendi ricade nelle classi di gravità rilevante, rispetto al 2016 sono aumentati gli incendi con più alta gravità (nel 2016 era il 13%). Il restante 79% ricade nelle classi di falso allarme e codice verde.
Dall’analisi degli incendi ricadenti nelle diverse fasce orarie, nel 2017 si nota come siano aumentati gli incendi notturni. 97 gli incendi in cui è stato necessario l’intervento aereo con l’area più colpita che risulta essere la provincia di Foggia.
La Sigea ha affrontato la questione legata agli incendi lo scorso settembre ammonendo che l’aumento del numero di incendi colpisce direttamente la vegetazione, gli esseri umani e animali, e indirettamente il territorio con conseguenze sulla stabilità dei versanti.
Per contenere i danni indiretti causati dagli incendi che interferiscono con le dinamiche dei versanti è necessario cartografare, nell’ambito dei singoli bacini idrografici, le aree percorse dal fuoco e, a valle di queste aree non più protette dalla vegetazione, i potenziali elementi a rischio (strade, opere, aree urbanizzate).
Anche per il settore incendi boschivi, come per il dissesto idrogeologico, il rischio sismico, le crisi ambientali quali siccità e inquinamento, l’unica vera tutela dei beni e delle vite umane e animali è la prevenzione, una prevenzione avviata da subito con il monitoraggio e la cura dei boschi e delle foreste che necessita però di investimenti programmatici di governo.
In tema si ricorda che sarà presentato a Bari, domani, presso la Sala Giunta della Città Metropolitana di Bari, il rapporto sulle aree incendiate identificate e monitorate nel periodo estivo di quest’anno nell’area del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.