Una foresta in Antartide

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«Conoscevamo già i fossili rinvenuti in Antartide dalla spedizione di Robert Falcon Scott del 1910-12 – spiega Erik Gulbranson, capo squadra del team ricerca paleoecologico -. Ma, la maggior parte dell’Antartide è ancora inesplorata, si ha spesso l’impressione di essere la prima persona a scalare una certa montagna»

Un team di geologi ha scoperto i resti di una foresta antica 260 milioni di anni ne cuore dell’Antartide. Questo continente infatti non è sempre stato un deserto di ghiaccio: 260 milioni di anni fa, era ricoperto da lussureggianti e rigogliose foreste, una delle quali è stata appunto rinvenuta dagli scienziati.
I paleoecologi dell’università del Wisconsin-Milwaukee hanno trascorso la scorsa estate scalando le montagne transantartiche dell’Antartide, alla ricerca di fossili del passato verde e boscoso del continente.

«Conoscevamo già i fossili rinvenuti in Antartide dalla spedizione di Robert Falcon Scott del 1910-12 – spiega Erik Gulbranson, capo squadra del team ricerca paleoecologico -. Ma, la maggior parte dell’Antartide è ancora inesplorata, si ha spesso l’impressione di essere la prima persona a scalare una certa montagna».
I ricercatori hanno scoperto che gli alberi erano proliferati in Antartide alla fine del periodo Permiano, quando il continente era più caldo e umido di oggi.

All’epoca l’Antartide faceva parte del Gondwana, un supercontinente che attraversava l’emisfero australe e comprendeva l’Australia, il Sud America, l’Africa e l’India.

Ma circa 251 milioni di anni fa, il periodo Permiano finì quando il pianeta passò rapidamente da un clima freddo al caldo umido, provocando un’estinzione di massa che uccise più del 90% delle specie sulla Terra, tra cui le foreste polari. Molti scienziati ora credono che questa estinzione di massa sia stata causata da un massiccio aumento dei gas serra, come il biossido di carbonio e il metano, causate da un’ondata di eruzioni vulcaniche in Siberia.

«Questa foresta è uno spaccato della vita prima dell’estinzione, che può aiutarci a capire cosa ha causato l’evento – spiega Gulbranson -. Le rilevazioni geologiche ci mostrano l’inizio, la metà e la fine dell’evento del cambiamento climatico». Con ulteriori studi, possiamo capire meglio come i gas serra e i cambiamenti climatici abbiano influenzato la vita sulla Terra».

I geologi sperano anche di avere un’idea di come le specie di piante siano sopravvissute a mesi di luce solare seguiti da mesi di completa oscurità nella regione polare. «Non esiste niente di simile oggi – ha aggiunto Gulbranson -. Questi alberi dovevano essere in grado di accendere e spegnere i loro cicli di crescita come un interruttore della luce. Sappiamo che l’interruzione invernale è avvenuta subito, ma non sapevamo quanto fossero attivi durante l’estate e come riuscissero ad andare in letargo».