Nell’attuale contesto di incertezza, spicca una duplice rilevante inversione di tendenza rispetto al 2009. Crescono significativamente sia gli spostamenti non motorizzati, ovvero a piedi o in bici, sia gli spostamenti con mezzi pubblici
Già nella seconda parte del 2009 si intravedevano i primi segnali di ripresa dei consumi di mobilità degli italiani, al pari di quanto avveniva per l’economia nazionale nel suo complesso. Nei primi sei mesi del 2010 quei segnali sembrano essersi consolidati, pur permanendo elementi di incertezza che non consentono di mettere la parola fine alla crisi.
In termini generali gli italiani tendono a spostarsi di più nel giorno medio feriale come testimonia la crescita dei passeggeri*km (+0,8% nel confronto tra i primi sei mesi del 2009 con lo stesso periodo del 2010) e, soprattutto, il maggior numero di spostamenti effettuati (+3,4%), che ritornano quasi ai livelli precedenti all’avvio della crisi economica.
Ma allo stesso tempo altri indicatori fondamentali della domanda di mobilità assumono contorni meno definiti e univoci. Per alcuni si registrano modesti incrementi, come nel caso del tasso di mobilità [vale a dire la quota di popolazione (14-80 anni) che ha effettuato almeno uno spostamento in un giorno medio feriale] (attestato all’83,1%, ovvero +0,5% rispetto al primo semestre 2009) e del tempo giornaliero speso in mobilità (63 minuti, +1,5 minuti); per altri indicatori si registra una sostanziale invarianza, ad esempio il numero medio di spostamenti pro-capite (sempre stabili sui 3) o il numero medio di chilometri percorsi giornalmente dalla popolazione mobile (in leggera contrazione da 34,2 km a 34 km).
In questo contesto di incertezza, guardando alle modalità di trasporto utilizzate spicca una duplice rilevante inversione di tendenza rispetto al 2009. Crescono infatti significativamente sia gli spostamenti non motorizzati, ovvero a piedi o in bici, sia gli spostamenti con mezzi pubblici (entrambi questi insiemi registrano una variazione positiva attorno al +14%). Il trasporto collettivo mostra quindi segnali robusti di recupero. Rispetto alle quote modali (soli mezzi motorizzati) i mezzi pubblici incrementano il loro peso dell’1,5%, raggiungendo nella prima parte del 2010 una fetta di mercato pari al 13% del totale (contro l’11,5% dei primi sei mesi del 2009). La concreta prospettiva di una diminuzione delle risorse per il settore a seguito della manovra finanziaria attualmente in discussione potrebbe tuttavia innescare già nella seconda parte dell’anno misure compensative penalizzanti per il mercato del Tpl (riduzione dei servizi, aumenti delle tariffe).
I viaggi in auto ed in moto subiscono invece una contrazione, rispettivamente dello 0,7% e dello 0,8%, dovuta verosimilmente al concatenarsi di più fattori, tra cui la risalita del costo del carburante, la fine degli incentivi per l’acquisto di nuove automobili ed il minor reddito disponibile per le famiglie. Va tuttavia ricordato che a fronte di questa piccola erosione il dominio dell’automobile nelle scelte di mobilità degli italiani resta indiscusso, con una quota di mercato nel primo semestre del 2010 ancora attestata all’83,1% di tutti gli spostamenti motorizzati.
Passando alle motivazioni degli spostamenti, si osserva come i viaggi per lavoro tendono ad assumere un peso sempre minore, scendendo sotto la soglia del 30% nel primo semestre 2010. Si conferma da un lato una tendenza generale di lungo periodo verso una maggiore diversificazione delle motivazioni di mobilità; ma dall’altro lato è anche evidente che questo decremento riflette l’ormai rapida trasformazione della crisi economica in crisi del mercato del lavoro. Per converso crescono i viaggi per godere del tempo libero (+1,8% e 31,7% del totale nei primi sei mesi del 2010), mentre la quota di spostamenti per la gestione familiare non subisce alcuna variazione attestandosi sul 33,1%.
La buona performance del trasporto pubblico è supportata anche dalle propensioni di utilizzo dichiarate dagli intervistati, nonché dai livelli di soddisfazione espressi. Le risposte ottenute nel primo semestre del 2010 evidenziano infatti una crescita di coloro che pensano di aumentare l’utilizzo dei mezzi pubblici, dal 39,4% al 44,5% e, allo stesso tempo, l’aumento della quota di persone che pensa di diminuire l’uso dell’auto (dal 33,3% al 36,8%).
Passando, infine, ai livelli di soddisfazione per i vari mezzi di trasporto, gli intervistati hanno in media assegnato voti sempre superiori alla sufficienza e quasi sempre migliori di quelli registrati nello stesso periodo del 2009. Nello specifico è in crescita il gradimento per la bici 8,28 con riferimento ai primi sei mesi del 2010, ovvero +0,05 rispetto al primo semestre 2009), la moto 8,34 e +0,15), l’auto (7,98 e +0,04) e, come già anticipato precedentemente, per la quasi totalità dei vari mezzi pubblici, tra cui la metropolitana (7,52 e +0,15), l’autobus extraurbano (6,85 e +0,12), i treni locali (6,03 e +0,09) ed i treni a media e lunga percorrenza (6,74 e +0,04). L’autobus urbano/tram subisce invece un modesto arretramento (-0,05), pur mantenendo un voto medio superiore alla sufficienza (6,11 per l’esattezza).
L’Osservatorio «Audimob» si basa su un’estesa indagine telefonica, realizzata con sistema Cati ed alimentata da circa 15.000 interviste annue ripartite su 4 survey (una per stagione, tre/quattro settimane per ciascuna stagione). Le rilevazioni sono state effettuate nei mesi di febbraio/marzo e maggio/giugno 2010. I dati esposti si riferiscono al campione salvo diversa indicazione.
L’Osservatorio è attivo dall’inizio del 2000 e interessa un campione stratificato (per sesso, per età e per regione) statisticamente significativo della popolazione italiana compresa fra 14 e 80 anni. I campioni trimestrali sono indipendenti e «gemelli» (omogenei rispetto alle caratteristiche di base). L’indagine registra in modo dettagliato e sistematico tutti gli spostamenti effettuati dall’intervistato il giorno precedente l’intervista (solo giorni feriali), ad eccezione delle percorrenze a piedi inferiori a 5 minuti. L’indagine raccoglie anche informazioni, a livello prevalentemente percettivo/valutativo, sulle ragioni delle scelte modali, sulla soddisfazione per i diversi mezzi di trasporto, sugli atteggiamenti verso le politiche di mobilità sostenibile e così via.
(Fonte Isfort)