Confondere la scienza con la dottrina

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Su questa confusione gli ignoranti ingenui e i furbi prezzolati basano il loro atteggiamento antiscientifico e la disinformazione scientifica. Solo la dottrina fornisce certezze assolute e soluzioni in eterno per tutti i problemi. La scienza, invece, cerca di capire la complessità della realtà, riducendo le incertezze sulle conoscenze che via via sono acquisite

La disinformazione, intendendo non solo le notizie false ma anche quelle che distorcono la realtà e quelle confezionate in modo tale da portare a conclusioni false, è sempre stata una potente arma di politici e governanti senza scrupoli, per conquistare posizioni di potere e per accrescere, assieme alla propaganda politica, il consenso dei sudditi. Ma, è stata anche una potente arma di guerra, soprattutto nella seconda guerra mondiale (famoso l’esempio della disinformazione tedesca per agevolare lo sbarco in Normandia), arma usata in seguito anche dalla Cia americana e dal Kgb sovietico nella cosiddetta «guerra fredda».
La diffusione di determinate notizie false o di informazioni abilmente artefatte è anche un metodo di lotta egemonica fra potenti lobby industriali, politico-economiche e finanziarie.
Fin qui nulla di nuovo. Esistono trattati molto approfonditi che insegnano strategie e tecniche di disinformazione, in funzione degli obiettivi da raggiungere. Ma, perché tutto ciò viene sempre più frequentemente applicato anche alla scienza quando proprio le conoscenze scientifiche sono alla base delle tecnologie che usiamo tutti i giorni e che portano benessere, migliore qualità della vita e perfino la libertà dei popoli?

Perché la disinformazione

Finché la scienza propone soluzioni lontane dalla realtà presente e che, quindi, non minacciano gli equilibri economici e politici esistenti, la scienza appare lungimirante e benefattrice. L’ostilità, verso la scienza e gli scienziati, nasce e si focalizza su quegli aspetti scientifici che implicano regole normative o soluzioni politico-economiche non compatibili con le ideologie, i poteri e i grandi interessi, in quel momento, dominanti. Se non è possibile censurare le conoscenze fornite dalla scienza, si passa all’attacco con la disinformazione.
È successo nel passato (si pensi a Galileo Galilei, a Niccolò Copernico o a Charles Darwin) quando i poteri erano centralizzati, ma succede molto di più nel presente, sia perché i poteri dominanti sono molteplici, decentralizzati e intrecciati fra loro, sia perché l’informazione è meno controllata e riesce con i nuovi media a circolare nel mondo senza possibilità di censura.
Poiché l’equilibrio del mondo globalizzato è regolato dall’equilibrio fra una moltitudine di diversi centri di potere, l’informazione è un elemento di primaria importanza. Quindi, se le ricerche scientifiche attuali sulla genetica e la genomica umana o quelle sull’ambiente naturale e il clima globale, minacciano questi equilibri, la disinformazione colpisce senza esclusione di colpi per abbattere la affidabilità di interi settori scientifici, l’autorevolezza delle Istituzioni scientifiche che se ne occupano e, non ultima, la reputazione degli scienziati coinvolti.

La disinformazione scientifica

La disinformazione nel mondo scientifico opera sull’inaffidabilità delle ricerche, e sull’incertezza dei risultati conseguiti, ma opera anche sul piano psicologico per suscitare sensazioni negative contro la scienza e per generare confusione, dubbi e avversione.
Per quanto riguarda il clima, fin dal 1957 gli scienziati hanno studiato come funziona la complessa macchina climatica e via via che le ricerche procedevano e le evidenze sperimentali si accumulavano, sono giunti alla conclusione che il clima del nostro pianeta sta cambiando, e non per cause naturali, ma per cause derivanti da uno sviluppo non sostenibile delle attività umane. Se, al più presto, non si fermano i cambiamenti climatici originati dalle attività umane, i rischi per gli equilibri ambientali del pianeta e per le generazioni future potrebbero essere devastanti ed irreversibili.
Contro queste conclusioni che richiedono interventi, concordati a livello internazionale, di prevenzione dei rischi e di riaggiustamento degli equilibri compromessi, è partita la strategia della disinformazione globale da parte dei grandi centri internazionali di interesse (soprattutto nel settore dei combustibili fossili), che temono ripercussioni negative nei profitti e variazioni egemoniche imprevedibili nella ragnatela degli interessi politico-economici internazionali.
Cose del tutto analoghe sono avvenute per quanto riguarda la biologia, facendo passare come scientifica la teoria del «creazionismo» per screditare le mutazioni genetiche e l’evoluzione delle specie. Così anche nella medicina, facendo passare per scientifica la cura anticancro basata sul bicarbonato di sodio oppure propagandare come evidenza scientifica che l’autismo è causato dalle vaccinazioni.
Contro questo sistema organizzato, aggressivo e sofisticato di denigrazione della scienza, basato sulla confusione artefatta tra «verità scienza» e «verità della dottrina», i ricercatori dovrebbero insorgere e chiarire, a gran voce, almeno alcuni elementari concetti basilari (ma fondamentali) quali ad esempio:
– «scientificamente provato» non vuol dire certezza indiscutibile, come accade nella «dottrina», ma significa compatibile con le incertezze derivanti dagli errori di misura;
– «certezze scientifiche assolute» non esistono, se non nella «dottrina», perché le certezze scientifiche hanno sempre margini di errore; la certezza assoluta è dannosa per la scienza, perché esclude a-priori la possibilità di migliorare le conoscenze, o di acquisire nuove conoscenze, se si dispone di dati più precisi (con minore errore di misura);
– la scienza non stabilisce dogmi o verità assolute, come in «dottrina» ma riduce via via le incertezze (e l’ignoranza) delle nostre conoscenze e, in questo processo, il metodo scientifico fornisce anche nuove conoscenze;
– l’avanzamento della conoscenza è un processo illimitato di scoperte continue e di correzione delle conoscenze precedentemente acquisite e non un punto di arrivo indiscutibile e senza tempo come in «dottrina».
Solo le dottrine forniscono certezze assolute e per sempre.

 

(Dal Blog di Vincenzo Ferrara)