Sud Africa, lieve calo di rinoceronti uccisi

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© Chris Kelly
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Flessione delle azioni di bracconaggio. Nel 2014 quando il Sud Africa perse ben 1.215 rinoceronti. Danni anche per altre specie. Il Wwf preoccupato per le popolazioni locali che vivono nei dintorni delle aree protette, esposte ai pericoli delle organizzazioni criminali

Nel 2017 in Sud Africa sono stati uccisi illegalmente 1.028 rinoceronti. I dati del South African Department of Environmental Affairs testimoniano una leggera diminuzione nel numero degli animali uccisi rispetto al 2016 (quando furono 1.054) e ai due anni precedenti: il picco peggiore si raggiunse nel 2014 quando, a causa del bracconaggio per il corno, il Sud Africa perse ben 1.215 rinoceronti.
Oggi come oggi il bracconaggio si concentra soprattutto nei territori a ridosso del Kruger National Park dove vive la più grande popolazione di rinoceronti del Sud Africa. I bracconieri che si trovano in queste aree, si coordinano con le organizzazione criminali internazionali che hanno fatto del commercio di fauna selvatica in via d’estinzione un business multimiliardario. In questi territorio, non protetti dai ranger del parco, l’azione criminale ha mano libera consentendo lauti guadagni a basso rischio. Dai dati del 2017 si evince che la costante esposizione delle comunità locali alle organizzazioni criminali sta portando corruzione, conflitti e insicurezza, contribuendo a disgregare il tessuto sociale delle comunità. I dati evidenziano inoltre che il bracconaggio sta esercitando una pressione sempre più forte anche su altre specie animali, come dimostra la perdita degli elefanti all’interno del Kruger National Park, 67 animali uccisi nel 2017, rispetto ai 46 del 2016.
Jo Shaw, direttore dell’African Rhino Programme del Wwf Internazionale, afferma: «Il traffico di animali selvatici rimane una seria minaccia per i rinoceronti, e per molte altre specie come gli elefanti e i leoni, che garantiscono sia turismo sia lavoro nelle nostre aree protette. Ma questi crimini coinvolgono anche le persone che vivono vicino ai nostri parchi e che si espongono in questo modo ai gruppi criminali, connessi a loro volta alle organizzazioni internazionali».
«Per rafforzare la prevenzione e la repressione abbiamo bisogno che il nostro governo collabori costantemente con le istituzioni internazionali, il settore privato e la società civile. Allo stesso tempo però, è necessario lavorare per responsabilizzare le popolazioni che vivono nelle vicinanze delle aree protette, facendo loro capire quale sia il modo migliore e legale di trarre vantaggio dalla gestione e protezione della fauna selvatica, contribuendo alla conservazione e alla sopravvivenza delle specie a rischio».
Margaret Kinnaird, Wwf Wildlife Practice Leader, dice: «La notizie della riduzione del numero di rinoceronti uccisi in Sud Africa per il terzo anno consecutivo è davvero incoraggiante, ma il numero è ancora molto, troppo alto. Dobbiamo intensificare gli sforzi per fermare la corruzione che facilita questo commercio e orientare il comportamento dei consumatori, specialmente in Asia, in modo da fermare la domanda di prodotti ricavati dalla caccia illegale di specie selvatiche, tra cui il rinoceronte».
L’azione del Governo nel corso del 2017 ha mostrato qualche successo – raggiunto grazie al Programma Integrated Strategic Management Approach of Rhinoceros – tra cui un incremento nel numero di condanne per attività illegali legate al rinoceronte e il supporto alle comunità locali per coinvolgerle in attività legali connesse alla gestione e conservazione della fauna selvatica.
Comunque né la National Integrated Strategy to Combat Wildlife Trafficking né la Regulations on Domestic Trade in Rhino Horn sono ancora state accolte.
Per il Wwf è necessaria una maggiore continuità nella cooperazione tra il Sud Africa e i principali paesi consumatori in Asia, per stroncare il traffico e il consumo illegale di corno di rinoceronte e di molti altri prodotti animali ricavati illegalmente.