Marea nera in Cina

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Pompieri sommersi dal petrolio. «Il danno causato da questi disastri è duraturo e alcuni effetti possono essere praticamente irreversibili»

Per monitorare e documentare lo sversamento di petrolio causato dall’esplosione di due oleodotti nel porto di Dalian in Cina, Greenpeace ha inviato una missione esplorativa sul sito. Alcune foto diffuse dall’organizzazione mostrano alcuni degli operai, immersi nel petrolio, mentre cercano di fissare una pompa subacquea durante le operazioni di pulizia. Uno di loro è stato completamente sommerso dal petrolio ma sono riusciti a metterlo in salvo.

«Il petrolio è una maledetta sciagura di cui dobbiamo liberarci. Ora è presto per una valutazione completa del danno – sostiene Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace – ma una cosa è certa: è praticamente impossibile riuscire a ripulire completamente l’area colpita da uno sversamento di petrolio! Il danno causato da questi disastri è duraturo e alcuni effetti possono essere praticamente irreversibili».

Greenpeace chiede al governo cinese e alla compagnia responsabile dell’impianto (la società pubblica China National Petroleum) di realizzare una valutazione completa degli impatti ambientali del disastro e di intervenire in modo deciso per minimizzare le conseguenze.

Dal Golfo del Messico al Golfo di Dalian, è sempre più ovvio che è insostenibile costruire il nostro sviluppo economico sui combustibili fossili. «Per evitare definitivamente gli impatti che questi incidenti possono avere sull’ambiente e sulla salute umana – continua Monti – è necessario riformare il sistema energetico, puntando sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili. È ora di liberarci dalla dipendenza da fonti sporche e pericolose come il petrolio, il carbone o il nucleare».

(Fonte Greenpeace)