L’Efsa conferma: insetticidi neonicotinoidi pericolosi per le api

1002
api fiore
Tempo di lettura: 2 minuti

Sulla base di una revisione di oltre 700 studi su imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha confermato che queste sostanze chimiche comportano rischi elevati per le api e che le restrizioni imposte dall’Ue nel 2013 non sono sufficienti per controllare tali rischi

Un rapporto pubblicato oggi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) conferma la pericolosità per le api di tre insetticidi neonicotinoidi largamente utilizzati. Sulla base di una revisione di oltre 700 studi su imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, l’Efsa ha confermato che queste sostanze chimiche comportano rischi elevati per le api e che le restrizioni imposte dall’Ue nel 2013 non sono sufficienti per controllare tali rischi.

«Le prove sono schiaccianti. I neonicotinoidi mettono gravemente a rischio le api, le coltivazioni e le piante che da esse vengono impollinate – dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace -. L’Italia e gli altri Paesi europei devono smetterla di tergiversare e sostenere pienamente il bando permanente dei neonicotinoidi proposto dall’Ue. Sarebbe un primo passo concreto per prevenire il catastrofico collasso delle popolazioni di api».

Nel marzo del 2017, la Commissione europea ha proposto un bando permanente ai tre neonicotinoidi, con l’eccezione del loro utilizzo nelle serre. I Paesi membri voteranno questa misura il prossimo 22 marzo, dopo che lo scorso dicembre il voto era stato rimandato, appunto per attendere la pubblicazione del rapporto dell’Efsa.

«L’Italia si era già espressa negativamente al bando temporaneo votato nel 2013, per questo la domanda che facciamo è sempre la stessa, come voteranno i rappresentanti del nostro Paese il prossimo 22 marzo? Al momento, dopo ripetute richieste e nonostante l’appello rivolto al ministro Martina da parte di quasi 140mila persone, ancora si attende una risposta», conclude Ferrario.

La revisione odierna delle evidenze scientifiche è stata possibile proprio grazie a queste restrizioni parziali in Ue, introdotte nel 2013, sull’uso dei tre insetticidi neonicotinoidi in agricoltura. Questa pubblicazione arriva dopo altre cinque relazioni dell’Efsa, nel 2015 e nel 2016, che evidenziano costantemente i pericoli che queste sostanze rappresentano per api mellifere e api selvatiche.

Oltre a imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, Greenpeace chiede anche il divieto per altri quattro neonicotinoidi, il cui uso è attualmente permesso in Ue: acetamiprid, thiacloprid, sulfoxaflor e flupyradifurone. L’utilizzo di questi quattro pesticidi è in continua crescita in sostituzione dei tre neonicotinoidi oggetto di restrizione temporanea.

Sul sito dell’organizzazione ambientalista si può aderire alla petizione per chiedere il bando dei pesticidi dannosi per api e altri impollinatori, l’estensione del bando europeo ai neonicotinoidi e investimenti in pratiche agricole sostenibili.

La sintesi del rapporto «Rischi ambientali degli insetticidi neonicotinoidi»