In molte parti d’Italia, una rete fitta di associazioni, comitati e liberi cittadini è scesa in piazza per dire a gran voce «no» al nucleare. Il giallo il colore simbolo della giornata, non solo per ricordare il pericolo del nucleare, ma per non dimenticare che esistono energie rinnovabili e più sostenibili, come quella del sole, «giallo» per l’appunto
In molte parti d’Italia ieri, una rete fitta di associazioni, comitati e liberi cittadini è scesa in piazza per dire a gran voce «no» al nucleare. Ma da dove nasce questa rete fitta di realtà? L’idea di una rete del «No nucleare day» nazionale, nasce da un dibattito-confronto su skipe e sul social network, tra persone che gestiscono pagine di sensibilizzazione sul nucleare e che fanno parte di varie realtà associative, sociali e comitati radicati nel territorio.
Il simbolo del movimento è il cittadino che, con le sue potenzialità, può da solo aggregare persone, sia virtualmente sia nella vita reale, e, con partecipazione e nessun vincolo, se non quello di coscienza critica e responsabilità obiettiva nei confronti di una realtà nostra, iniziare a pianificare eventi di mobilitazione di massa che, in contemporanea in varie città italiane diano più forza alle tematiche di protezione della salute dell’uomo e del territorio, e cominciare a sensibilizzare chi, dei provvedimenti collettivi, non ritiene sia il caso prendere posizioni perché si osserva troppo poco rilevante agli occhi di chi legifera .
Il giallo è stato il colore simbolo della giornata, non solo per ricordare il pericolo del nucleare, ma per non dimenticare che esistono energie rinnovabili e più sostenibili, come quella del sole, «giallo» per l’appunto. Oltre alla marcia è stato possibile organizzare banchetti informativi, convegni e dibattiti sul tema del nucleare e delle rinnovabili, con proiezioni di video e dirette streaming dell’evento in altre parti d’Italia. Un primo passo nella lotta contro il nucleare, questo il senso della manifestazione che ha percorso le strade maggiori dei capoluoghi come Milano, Cuneo, Venezia, Vicenza, Bologna, Pisa e Roma; trattasi di una manifestazione assolutamente apartitica, alla quale, ci si auspica, seguirà un lungo cammino fatto di gruppi, associazioni e cittadini che si incontreranno e decideranno insieme un calendario di eventi comuni aventi tutti come tema di base la difesa del proprio futuro. Tutti insieme, contro il nucleare, questa la motivazione della protesta, generata dalla forte convinzione, testata soprattutto a livello scientifico, che tornare al nucleare è un pericolo per tutti; di vantaggi ce ne sono, a dispetto di quanto i nostri rappresentanti politici vogliono farci credere, ben pochi. Questi, infatti, sintetizzando generosamente, i motivi per dire «no» al nucleare.
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Non è sicuro e ci mette a rischio di eventi catastrofici.
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Ha notevoli incertezze di stoccaggio delle scorie radioattive.
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Non esiste il nucleare «pulito e sicuro» di quarta generazione.
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Non è vero che con il nucleare si può fermare il surriscaldamento globale.
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L’uranio, come il petrolio, scarseggia e dobbiamo importarlo ad elevatissimi costi.
Il nucleare, in definitiva, non può rappresentare il futuro dell’energia di un mondo che vuole ricercare la massima sostenibilità ambientale possibile. Ricerca e nuove soluzione per l’utilizzo di concrete fonti di energia rinnovabile, questo è quello che bisogna perseguire anche e soprattutto per allinearci a quanto da tempo prescritto a livello europeo.