Molti i contratti in scadenza entro l’anno anche se si segnalano iniziative positive. «Difendere le competenze formatesi e cresciute in Enea significa dare senso al proprio ruolo e alla propria storia». Il caso dei precari di Brindisi
I precari della ricerca sono da tempo in agitazione. E dopo gli interventi economici, ancora in discussione, i ricercatori non sono tranquilli. Così, mentre i precari Ispra tornano nelle piazze, si fanno sentire anche i precari Enea.
«Durante il mese di maggio 2010, in attesa della definizione della manovra economica correttiva del Governo, il Commissario dell’Enea, ing. Giovanni Lelli, ha provveduto ad assumere 159 nuove unità a tempo indeterminato procedendo con lo scorrimento di graduatorie di concorsi già esistenti. Stando a quanto dichiarato dai vertici dell’Enea, tale decisione sarebbe stata dettata dal timore, rivelatosi poi infondato, di un imminente blocco delle assunzioni anche sui fondi già stanziati (turnover 2008)».
Così inizia una nota del Comitato precari Enea che precisa: «I criteri di selezione del personale neoassunto hanno tenuto in scarsa considerazione il personale precario già formato ed inserito nelle attività dell’Agenzia. Infatti, solo una minima parte dei neo assunti era costituita da precari Enea, cosicché i lavoratori precari interni sono ancora più di 200. Proprio al fine di evidenziare, e possibilmente risolvere, tali problematiche nel 2007 è stato creato un apposito Comitato dei precari Enea».
Una situazione non nuova e datata per i precari, infatti «la maggior parte di essi – precisa il comunicato – lavora con contratti a termine da più di tre anni: l’Enea ha investito su di loro per anni in formazione, trasferimento di competenze e risorse economiche. Dunque non ha più senso parlare di personale in formazione, trattandosi invece di personale altamente qualificato, grazie al cui lavoro l’Enea ha potuto raggiungere importanti obiettivi in campo tecnologico-scientifico, valorizzando le proprie risorse, incrementando le proprie competenze e ricevendo molteplici riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale. Inoltre, vale la pena sottolineare come l’acquisizione dei finanziamenti esterni per progetti di ricerca ed attività di servizio alle imprese e l’espletamento delle attività correlate avvengano anche grazie al fondamentale contributo dei lavoratori precari dell’Agenzia.
«Moltissimi di essi si sono visti di fatto esclusi dalla possibilità di vedere concretizzarsi un assunzione in Enea, dal momento che non è mai stata data loro la possibilità di partecipare a bandi di concorso, nonostante il loro lavoro negli anni sia divenuto indispensabile per le attività dell’Agenzia. È quindi evidente che la mancata assunzione di personale già qualificato, operativo ed inserito nelle attività dell’Agenzia, produce un danno al sistema Enea, in quanto rappresenta uno spreco di risorse e di competenze, e pone seri interrogativi sulla coerenza delle sue strategie, riflettendosi sulla credibilità e sull’immagine dell’Agenzia stessa.
«Nonostante l’attuale situazione non sia incoraggiante, i precari dell’Enea si sentono parte attiva dell’Agenzia e non lesinano i propri sforzi per valorizzarne costantemente le risorse. È altresì superfluo ricordare come dall’innovazione e dal progresso tecnologico-scientifico dipenda il benessere dell’intero Paese: in tempo di crisi una politica lungimirante dovrebbe investire nella ricerca e nell’innovazione e non togliere risorse all’unico strumento di possibile ripresa economica. Per cui, come lavoratori precari chiediamo lo stesso rispetto che abbiamo per l’Agenzia e per i suoi vertici e la salvaguardia della nostra dignità».
Da qui le richieste formulate nel comunicato del precari Enea: «Alla luce del decreto Decreto-Legge “recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” del 28 maggio 2010, che taglia drasticamente per il triennio 2011-2013 il turn over negli enti pubblici di ricerca compreso l’Enea, chiediamo:
– che, nel più breve tempo possibile, vengano messe a bando tutte le posizioni derivanti sia dal turn over 2008 (eventuali rinunce delle 159 assunzioni per scorrimento di graduatorie), sia dal turn over 2009, per cui si ha già l’autorizzazione a bandire ma non ad assumere. Dal novembre 2009, ovvero da quando era stato reso noto il testo del decreto autorizzativo, si sarebbe già dovuto procedere alla definizione e all’attuazione del piano delle assunzioni, ma non è stato fatto. Chiediamo che in tali bandi di concorso sia giustamente valorizzata l’esperienza maturata in Enea.
– che, per il triennio 2011-2013, nonostante i tagli, venga comunque definito un piano di assunzioni in grado di fornire un adeguato percorso di stabilità professionale ai precari dell’Agenzia.
«Fra gli enti pubblici di ricerca – conclude la nota – l’organico dell’Enea è secondo solo a quello del Cnr: urge dunque una sensata politica di tutela del personale interno che vada al di là dalla mera accettazione delle decisioni del governo, e che impedisca la classica “fuga dei cervelli” verso altri paesi, altri enti o altri settori. Difendere le competenze formatesi e cresciute in Enea significa dare senso al proprio ruolo e alla propria storia».
Una situazione comune a molte regioni ma con effetti diversi. Infatti, i ricercatori precari del Centro Enea di Brindisi segnalano che «hanno oramai da mesi intrapreso una lotta per la loro sopravvivenza assieme ai “colleghi” precari degli altri centri di ricerca Enea. Qui a Brindisi, più del 10 % del personale del Centro Ricerche Enea è costituito da ricercatori precari che vi lavorano da anni con diverse tipologie di contratto. Grazie al loro lavoro il Centro di Brindisi primeggia all’interno dell’Enea e sul territorio per numero di progetti e finanziamenti acquisiti, brevetti e pubblicazioni internazionali (materiali per l’aeronautica, l’energia, l’elettronica, ecc.).
«Entro la fine del 2010 tutti i contratti andranno in scadenza, senza possibilità di rinnovo. I ricercatori precari, molti di essi responsabili di interi laboratori, hanno contribuito in maniera determinante all’ideazione di progetti di ricerca già approvati e finanziati. La strumentazione tecnologicamente avanzata che è già in fase di acquisto rischia di arrivare quando nessuno potrà utilizzarla!
«Il mancato rinnovo dei contratti compromette di fatto la continuità delle attività di ricerca, producendo un danno all’Enea e alla Regione Puglia che tanto sta investendo in ricerca ed innovazione».