Myers: «La perdita rapida di biodiversità a cui stiamo assistendo, se non contrastata, sarà la più grande in 65 milioni di anni di vita del pianeta e potrebbe essere come le sei estinzioni di massa dell’intera storia della Terra»
In occasione dell’anno internazionale della biodiversità e della giornata mondiale dell’ambiente domani, alle 9,30 a Roma, nella sala conferenze di UniCredit Banca di Roma in viale Umberto Tupini, Federparchi-Europarc Italia e UniCredit Banca di Roma stipuleranno una convenzione per sostenere gli investimenti privati nelle aree protette.
Federparchi fornirà la sua esperienza e la sua conoscenza nel settore dei parchi per favorire la creazione di nuovi prodotti finanziari a sostegno della green economy con particolare attenzione al settore delle energie rinnovabili, dell’agricoltura e del turismo ecocompatibile per le famiglie e le imprese residenti delle aree protette italiane.
In occasione di questa collaborazione tra ambiente e mondo dell’alta finanza Norman Myers, affermato professore dell’università di Oxford riconosciuto in tutto il mondo per il suo decisivo contributo scientifico alla cultura dell’ambiente a livello internazionale, parlerà di quanto sia importante salvaguardare la biodiversità anche per evitare pesanti ricadute economiche.
La conferenza avverrà prima della firma della convenzione Federparchi-UniCredit Banca di Roma e avrà come tema «Biodiversità: quale la posta in gioco e come salvarla».
«La perdita rapida di biodiversità a cui stiamo assistendo, se non contrastata, sarà la più grande in 65 milioni di anni di vita del pianeta e potrebbe essere come le sei estinzioni di massa dell’intera storia della Terra». Questo l’allarme che Norman Myers lancerà durante la sua conferenza. «L’attuale crisi biotica – ha rilevato Myers – sta esaurendo la capacità di evoluzione e i costi ecologici potrebbero essere ingenti così come i costi economici».
Il professore ha poi aggiunto: «La speranza è rappresentata da una strategia di conservazione che tuteli i “punti caldi della biodiversità” nel mondo, ovvero le 34 aree con eccezionali concentrazioni di specie animali e vegetali che si trovano di fronte a una grave minaccia di scomparsa degli habitat naturali. Alcuni di questi “punti caldi” contengono gli ultimi habitat per almeno metà delle specie di flora e due quinti delle specie di fauna confinate in meno del 2% della superficie terrestre».
Myers ha poi concluso: «Si potrebbero salvaguardare i “punti caldi” della biodiversità con un bilione di dollari l’anno. Bisognerebbe sentire questo costo economico come un investimento. Basti pensare al grande valore commerciale delle innumerevoli medicine e dei prodotti farmaceutici basati sulle proprietà delle piante che si aggira intorno ai 60 bilioni di dollari l’anno».
(Fonte Federparchi)
La foto è di Pina Catino