Troppo diserbante ai bordi stradali lucani

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Rischio di intossicazione chimica sulle strade con i diserbanti chimici, non a caso vietati nei pressi dei corsi d’acqua. A rischio anche la fauna selvatica. Una pratica inutile il cui risparmio, a fronte dei pericoli, è irrisorio

Sulle strade controllate dall’Anas i cittadini e l’ambiente corrono un serio rischio di intossicazione chimica a causa del diserbante disseccante a base di «glyphosate», utilizzato come erbicida sui bordi delle arterie stradali.

Utilizzare il glyphosate, prodotto da diverse aziende e la cui versione più diffusa è il «Roundup» della Monsanto, anche se autorizzato, è comunque potenzialmente pericoloso per gli addetti ai lavori e per tutti coloro che si trovano nei pressi della zona trattata, ma può avere conseguenze molto gravi sulle falde acquifere.

Anche in Basilicata, come nel resto d’Italia, le segnalazioni che ci giungono dai cittadini, le prese di posizione di associazioni ed istituzioni sono in continuo aumento, così come la preoccupazione per l’uso di queste sostanze che potevamo certamente risparmiare al nostro territorio.

È necessario un intervento dei ministri dell’Ambiente e dei Trasporti che devono vietare all’Anas di utilizzare questo veleno che può mettere a rischio la salute pubblica. E lo stesso discorso vale per Autostrade Spa, Ferrovie e altri enti gestori che negli ultimi anni hanno preso l’abitudine di usare i diserbanti per semplificare e ridurre i costi delle operazioni di decespugliazione.

Diserbare i bordi stradali non presenta nessun vantaggio: non limita in alcun modo il numero degli interventi in quanto non elimina la necessità delle operazioni di sfalcio, arreca danni gravi alla vegetazione e provoca la scomparsa locale di numerose specie animali e rende obbligatorio l’intervento anche negli anni successivi, in quanto le fasce denudate se non più trattate vengono invase da specie vegetali annuali più aggressive.

L’unico risultato certo è erba secca e gialla al posto del verde e dei fiori che in primavera spuntano nelle banchine e cunette a bordo strada.

L’ipotesi che il prodotto chimico impiegato raggiunga le persone non è così remota, visto che il diserbante rilasciato ai bordi delle strade va a mischiarsi con le acque che defluiscono dall’asfalto verso le cunette e attraverso queste può arrivare alle falde acquifere.

L’irrorazione del glifosate, infatti, è vietata nei pressi dei corsi d’acqua e delle zone umide a causa della sua accertata tossicità, anche a basse concentrazioni, sugli organismi acquatici.

Il contatto diretto con gli animali è molto concreto visto che sono necessari cinque giorni perché il prodotto perda la sua efficacia, tempo sufficiente perché la fauna selvatica o gli animali da allevamento, pecore e mucche allo stato brado, che spesso brucano l’erba proprio ai bordi delle strade, entrino in contatto diretto con il diserbante.

Lo stesso discorso vale per l’uomo, infatti in questa stagione non è affatto raro vedere raccoglitori di asparagi, erbe varie o lumache all’opera lungo le vie che percorriamo quotidianamente.

Sono troppi i dubbi sui rischi legati all’uso del glyphosate per la salute pubblica, e dunque, anche in vista della stagione estiva quando vi sarà un aumento del traffico sulle strade italiane, è quanto mai opportuno che i ministri competenti obblighino l’Anas a utilizzare diserbanti ecocompatibili o a ricorrere al tradizionale intervento di sfalcio.

(Fonte Legambiente)