Se si sveglia il più potente vulcano d’Europa

527
Tempo di lettura: 2 minuti

Il Marsili sembra vicino ad una eruzione con conseguenze di un probabile disastroso tsunami. È il parere del presidente dell’Istituto di geofisica e vulcanologia

Il Marsili, il vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno, appartenente all’arco insulare Eoliano e definito il più potente vulcano d’Europa, ritorna a destare preoccupazione. Scoperto nei primi decenni del XX secolo, il vulcano si eleva per circa 3.000 metri d’altezza, raggiungendo con la vetta i 450 metri di profondità e si trova a una distanza di circa 150 km dalle coste campane. La sua struttura ha proporzioni maestose, se confrontate con gli altri vulcani italiani attivi: si estende, infatti, per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza.

Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Ed è stato proprio a seguito di queste ultime campagne di ricerca oceanografica che il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Enzo Boschi, ha lanciato l’allarme. La possibile attività del vulcano «potrebbe succedere anche domani – afferma Boschi – le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso».

Alcune risultanze dei monitoraggi hanno anche verificato emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente molto elevata; e sono proprio queste emissioni che unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli ancora più pericolosi delle eruzioni. Infatti, spiega Boschi, «la caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri». Secondo Boschi, quello che servirebbe «è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».

Una visione complessa che desta preoccupazioni diffuse; agli scienziati la possibilità di poter fronteggiare il problema con strumentazioni adeguate seppur costose che possano, però, garantire la sicurezza di tutti, sperando che non ci si trovi di nuovo ad affrontare i danni accompagnati a dichiarazioni: è l’ennesima tragedia annunciata e verificata.