Greenpeace protesta contro il rigassificatore

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Brutalmente rimossi due attivisti che protestavano per le balene. L’impianto si trova all’interno del Santuario dei cetacei

Due dei tre attivisti di Greenpeace arrampicati sulla gru della nave Far Samson sono stati rimossi in modo brutale e rischioso. Da questa mattina, Greenpeace sta protestando contro la costruzione del rigassificatore offshore a largo di Livorno e all’interno del Santuario dei Cetacei. Mentre era in corso l’azione, e i tre attivisti erano in totale sicurezza, la gru è stata abbassata in maniera pericolosa per consentire agli agenti della Digos di raggiungere gli attivisti. Questi esponevano alcuni striscioni con scritte come: «Fine del Santuario» e «Ministro salva il Santuario».

«C’è stata una rimozione coatta di due dei tre attivisti senza rispettare nessuna delle procedure di sicurezza che di solito si rispettano, senza l’attrezzatura normalmente usata», accusa la responsabile della campagna Mare di Greenpeace, Giorgia Monti: «Questo intervento ha messo in pericolo i volontari, che ricordiamo sono pacifisti. Una delle nostre attiviste è stata brutalmente sollevata e trascinata via di peso dalla gru».

La Polizia aveva precedentemente assicurato agli attivisti di Greenpeace due ore di tempo come finestra per contattare il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, per richiedere un incontro. Ma soltanto mezz’ora dopo i poliziotti hanno fatto la rimozione coatta.

«C’è un terzo attivista ancora appeso in sicurezza, la Polizia non riesce a raggiungerlo e ora stanno arrivando i pompieri», continua Monti: «L’azione è quindi ancora in corso: continuiamo ad attendere che il Ministro ci accordi un incontro per discutere di un efficace piano di gestione del Santuario dei cetacei, fermare lo scandalo del rigassificatore offshore e riavviare da subito le trattative con la Francia per la tutela delle Bocche di Bonifacio».

– «Balene finite»

Lettera al ministro Prestigiacomo.

(Fonte Greenpeace)